Regia di Ambra Principato vedi scheda film
Scavare nel passato porta sempre alla luce creature che credevamo fossero solo frutto dei nostri incubi. E alle volte, noi stessi desideriamo che tali creature siano vere per scuoterci dal torpore quotidiano.
Ho guardato il film per puro caso e senza aspettarmi nulla di particolare all'inizio, ma appena il protagonista è stato presentato (tale poeta di nome Giacomo) sono rimasto incuriosito dall'azzardo di avere Leopardi in un racconto horror. Dove poteva condurre? E lungo il percorso, sono rimasto affascinato e colpito dalla pura semplicità della storia che, seppur canonica entro il filone orrorifico, azzeccava uno dei requisiti primari che spesso gli autori dimenticano quando si cimentano nel genere: la plausibilità. Sì, perché la suggestione che quanto vedi possa accadere realmente è la fonte di ogni paura, l'idea che tu stesso potresti trovarti coinvolto nelle trame macabre del destino. E così, mentre seguivo curioso lo sviluppo degli avvenimenti, rimanevo felicemente sorpreso di fronte al secondo requisito soddisfatto: le leggende del passato. Il momento che Orazio s'imbatte nel dipinto e relativa storia arcana dell'antenato, ecco che la leggenda amplifica la precedentemente citata plausibilità, perché in fondo un po' tutti abbiamo i nostri misteri di paese inspiegati ed inspiegabili che ci accompagnano con la loro aura di brivido, come se volessimo che tali racconti macabri fossero veri solo per provare una genuina pelle d'oca che scuota la nostra blanda quotidianità. Questa è, a mio parere, la quintessenza di "Hai Mai Avuto Paura?": il desiderio perverso che dentro il nostro prevedibile mondo fatto di persone e situazioni assolutamente ordinarie si possa celare una mostruosità indicibile. Al punto, se vogliamo, di scavare nel nostro passato alla ricerca di figure inquietanti che possano giustificare la nostra sete di proibito, finanche a diventare noi stessi i mostri che ci terrorizzano.
Do a questo film il massimo dei voti non perché credo che sia perfetto e privo di sbavature, ma perché mi auguro che le mie parole e le stelle della recensione ispirino gli autori di questo piccolo gioiello cinematografico a creare altro materiale per i nostri sogni o, più correttamente, i nostri incubi.
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