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Improvvisamente a Natale mi sposo

Regia di Francesco Patierno vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Improvvisamente a Natale mi sposo

di Souther78
4 stelle

Operetta natalizia piena di buchi, strafalcioni e incongruità, con sceneggiatura poverissima e attori non valorizzati. Nessuno si aspettava un capolavoro (si spera!), ma si sarebbe potuto fare comunque decisamente di più, con maggiore attenzione ai personaggi. Comunque rara eccezione alla (ormai) regola dell'indottrinamento cinematografico.

 
Una volta, ormai tanti anni fa, Claudio Bisio e Diego Abatantuono hanno partecipato assieme a una puntata della trasmissione Roma-Milano, in cui due personaggi celebri viaggiavano assieme, da soli, in un'auto munita di telecamere, per poi mostrarne al pubblico le interazioni. Se mai avessi avuto alcun dubbio, dopo quella visione mi fu chiaro che Bisio è una persona di spirito, un comico e un attore. Al contrario, Abatantuono è un attore, peraltro dalle doti tutt'altro che stupefacenti, ma non è mai stato nè un comico, nè una persona di spirito. Tra i due si notò perfettamente come Bisio fosse amabile e simpatico, e Abatantuono presuntuoso e arrogante. La parlata che lo rese celebre, poi, sarebbe stata inventata da Giorgio Porcaro, e, a seconda delle fonti, "appropriata", o "sviluppata" da Abatantuono. 
Perchè questo preambolo? Si potrebbe dire: a buon intenditor... Il protagonista, in quanto non comico/commediante, non fa minimamente ridere. Non si comprende nemmeno come sia finito nel ruolo. Tanto più che interpreta un - asseritamente - autoctono veneto, che però ha l'accento milanese. E sì che, tra tutti gli accenti possibili, il suo è uno dei pochi che esclude senza tema di smentita qualsiasi collegamento geografico con la montagna, considerando che i primi rilievi nei pressi di Milano sono già sotto il dialetto bergamasco. Ma queste sarebbero quisquilie. A fargli da spalla ci sono: un cantante comico, sempre più prestato al cinema (Elio), un cabarettista prestato al cinema (Forrest) e un cabarettista televisivo prestato al cinema (Frassica). Tra questi, sicuramente l'ultimo è l'unico dotato di una verve e di una comicità sua propria, di cui peraltro Forrest sembra almeno parzialmente un discepolo. Non stupisce, quindi, che l'unica vis comica provenga dagli ultimi due, mentre perfino Carol Alt soverchia agevolmente Abatantuono.
 
Di solito filmetti come questo si lasciano guardare per regalare facili risate, giochi degli equivoci, e per i nomi di richiamo. Questa commedia natalizia, adottando simili parametri, sembra un b-movie dei cinepanettoni: non fa ridere, non ha nomi di grande richiamo, e quelli che ha sono tutti al limitare della pensione. 
 
Per paradosso, l'opera può essere recuperata in corner giusto dal paragone con l'impietosa contemporaneità. Cercando i lati positivi, qui vediamo un velato elogio delle tradizioni culturali, una celebrazione dei buoni sentimenti, ma, soprattutto, il "buonismo" è quello di una volta. Caro, rassicurante, buon vecchio buonismo: quando questa parola significava ancora celebrazione di buoni sentimenti stereotipati e banali, al limite del ridicolo, anzichè - come è oggigiorno - esaltazione del disagio mentale come regola di vita, e del diritto di perseguire e perseguitare chiunque non ottemperi alla religione WEF. Un'ora e mezza di film senza celebrazioni di devianze sessuali o fisiche (o entrambe), senza propaganda pseudoecologista (anzi, semmai qualche frecciatina), senza Tesla o altre bombe (ecologiche e non solo) su ruote, etc. Ebbene sì: siamo arrivati a dover celebrare la mediocrità per l'assenza di propaganda e di bombardamenti più o meno subliminali. Certo, il sorriso alla fine te lo strappano con il pippone sul rispetto delle norme sul fantavirus Sars-Cov2. La miglior prevenzione contro i fantavirus? Non guardare la televisione!
 
Sicuramente il difetto peggiore si può trovare nella sceneggiatura: sarebbe bastato poco, per aggiungere un po' di brio ai personaggi e dare qualche nota di emozione in più al tutto. Benchè nessuno dei protagonisti sia mai stato un mostro della recitazione, però sicuramente tutti avrebbero potuto essere messi a frutto assai di più, a partire dallo stesso Abatantuono, che qui recita totalmente sottotono, e visibilmente a causa di un personaggio che non ne sfrutta alcuna peculiarità.
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