Regia di Michela Giraud vedi scheda film
AL CINEMA
"-Noi due forse non ci amiamo. Ma ci meritiamo. E gli altri si aspettano che ci sposiamo. Diamogli quello che vogliono.
-Beh... mi sembra che non abbiamo molta scelta...
-Ti aspetto all'altare..."
Nei quartieri bene di Roma Nord, la trentenne scalpitante assistente universitaria Flaminia vive la sua vita tra i vezzi a cui è abituata in qualità di figlia unica e coccolata di una coppia benestante formata da uno stimato medico e una casalinga molto attenta ad arredi, trucco ed altre amene esteriorità.
In procinto di sposarsi, affannata tra i preparativi sontuosi, la scelta dell' abito bianco, la cena con le più care, ma in realtà rettiliane e perfide amiche del cuore, Flaminia si vedrà catapultata in casa, e nel proprio ovattato habitat di agi e vezzi, la pittoresca sorella Ludovica, cacciata da un istituto di cura a seguito di un atto vandalico compiuto ai danni della struttura ospitante.
Costei è la sorella maggiore della protagonista, di parte unicamente paterna, disconosciuta fino a poco prima in quanto ingestibile ragazza pingue affetta da problemi comportamentali che la trasformano in una creatura non propriamente adatta ad interagire col mondo etichettato e composto da cui proviene la sorella.
Ma, a dispetto di uno shock iniziale che la vedrà schierata in prima linea con la propria madre per tenerla segregata il più possibile, Flaminia troverà il modo per legarcisi, riuscendo finalmente a scoprire l'ipocrisia vigliacca ed intransigente che si cela non solo avverso personaggi deboli e scientemente isolati e derisi, ma anche segretamente a smantellare il mondo di solide certezze su cui la ragazza era convinta di poter contare.
L'esordio in regia dell'attrice versatile e pluri sfaccettata Michela Giraud avviene con una commedia dal buon ritmo, che tralascia presto e per fortuna sua i luoghi comuni anche moralmente scorretti ma sin scontati che affliggono puntualmente ambienti soprattutto giovanili e legati ai percorsi scolastici superiori, concentrandosi sulla esclusività di un rapporto di sorellanza che custodisce intensità ed affinità tali da stupire già le due interessate, coinvolte e motivate a portare avanti una sorta di alleanza che leggenda immuni dai danni provocati da troppe amicizie esteriori e contraffatte, e tornando alla purezza di un legame che oltrepassa la già smussata consanguineità per puntare verso qualcosa di più duraturo ed intenso.
Brava, spiritosa, ma anche pungente ed acuta la Giraud attrice e sceneggiatrice, che trasforma ed umanizza il proprio personaggio, ironicamente e a tratti comicamente disilluso, donandole uno spessore difficilmente preventivabile nelle sin troppo facili premesse che aprono la vicenda diretta in modalità un po' scolastica e senza ancora i tratti distintivi di una mestiere forse ancora da affinare. Nel cast piuttosto motivato e coeso, Rita Abela gestisce bene il ruolo tutto alti e bassi della sorella affetta da una tenace forma di autismo che la rende ostaggio di ilarità e di impossibilità ad adeguarsi agli inflessibili canoni di una società perbenista ed esteriore, aggrappata con tutte le forze al proprio mondo futile ed elitario.
Completano il cast il bravo Antonello Fassari, Lucrezia Lante della Rovere, nei panni dei genitori della protagonista, mentre nel ruolo del promesso sposo tutt'altro che devoto, l'attore Edoardo Purgatori, figlio del compianto Andrea che compare in un cameo e a cui il film è dedicato, riesce a rendere un personaggio cieco quasi simpatico nella sua irresistibile indolenza fuori controllo.
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