Regia di Pietro Castellitto vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: ENEA
Dopo il folgorante esordio de I Predatori (che è valso il premio per la sceneggiatura nella sezione Orizzonti in una Venezia decimata dal Covid), Pietro Castellitto torna a Venezia dalla porta principale e ci piazza un film che onestamente ci destabilizza e lo trasforma definitivamente da figlio di papà e mamma ad un autore a tutto tondo che potrebbe raccogliere il testimone di novello Paolo Sorrentino.
Perché Enea è una sua personale visione di Roma e La Grande Bellezza che la rappresenta. Enea ci racconta la Roma decadente e borghese attraverso gli occhi della generazione dei trentenni che ne captano invece La Grande Bruttezza.
Riprende il suo criticato discordo relativo ad una Roma Nord vista come una sorta di Vietnam interiore e lo rappresenta attraverso un vuoto generazionale rappresentato da una noia estrema, da una vanità ancora più estrema che porta ad un eccesso effimero fatta di feste dentro ville che si trasformano in discoteche dove questi ragazzi sfogano i loro istinti primitivi. E dove questi ambienti sono rappresentati con tanto fumo e tante fiamme neanche fossimo in Apocalypse Now di Coppola.
Il film segue l’amicizia al confine dell’omosessualità tra Enea e Valentino, due ragazzi di una borghesia romana molto radical chic che ha come unico scopo appartenere ai circoli esclusivi di tennis, due ragazzi che si sono conosciuti nello studio di psicologo infantile del padre di Enea e che hanno unito le loro fragilità per un obiettivo comune (come fanno i veri clan) raggiungere la potenza e non il potere (che fa diventare grassi).
Sono proprietari di uno dei ristoranti sushi più cool della capitale (con tanto di cuoco che soddisfa le sue voglie sessuali con il salmone e che mi ha fatto passare la voglia di Sashimi) e per combattere la noia della vita spacciano cocaina dentro il loro ambiente allo sbando.
Enea è figlio di uno psicologo infantile che si commuove per le lettere di apprezzamento dei suoi pazienti e che sfoga la sua rabbia repressa attraverso una mazza da baseball neanche attraversasse un giorno di ordinaria follia, la mamma è una nota conduttrice televisiva che promuove i libri del momento ma che a riflettori spenti vive malissimo un ambiente lavorativo fatto solo di puttane sia vere che metaforiche, il fratello manifesta la sua ammirazione verso il suo capoclan picchiando tutti quelli che parlano male di lui.
Valentino invece è un ragazzo problematico legato a un doppio filo ad una madre depressa con tendenze suicide che si è chiusa dentro un mutismo selettivo. Il suo unico modo per sentirsi appagato e realizzato è cantare Spiagge di Renato Zero in qualsiasi posto e soprattutto in qualsiasi modo (rimarrà nella memoria la sua versione natalizia dentro l’istituto dove è ricoverata la madre).
In questo contesto fanno il passo più lungo della gamba e si ritrovano in mezzo ad una guerra tra narcotrafficanti e con in mano 20 milioni di euro.
Pietro Castellitto rappresenta questo male di vivere che lo circonda grazie a un cast perfetto e sorprendente a partire da Giorgio Quarzo Guarascio, noto rapper conosciuto col nome di Tutti Fenomeni, che ci dona un personaggio che difficilmente ci toglieremo dalla mente e dalla vista, il suo Valentino è il vero protagonista e simbolo di una generazione fragile e senza punti di riferimento pronta ad arrivare a gesti estremi pur di dimostrare che è in grado di finalizzare qualcosa nella vita.
La realtà raccontata in Enea sembra che non abbia un filo conduttore, le situazioni vanno avanti quasi senza una logica. La violenza quasi primordiale la fa da padrona così come l’amore è visto come un qualcosa di nascosto da dimostrare e soprattutto da far vedere.
I baci sono tutti oscurati. Pietro Castellitto in due ore di film ci porta dentro un delirio nichilista dove “Torneranno i Baci” come dice il titolo del libro dell’anno scritto da un viscido e mefistofelico Oreste Dicembre interpretato da un sempre più bravo Giorgio Montanini (bellissimo il suo monologo sul mondo che si divide in chi vuole stare dentro la fica e chi fugge dalla fica).
E alla fine quei baci torneranno quasi fiabeschi come un film della Disney ma con la colonna sonora di Maledetta Primavera di Loretta Goggi.
Enea è un film ipnotico, da un lato vorresti odiarlo e uscire dalla sala ma immagine dopo immagine rimani incollato allo schermo perché come dice Valentino al protagonista “Tu sei attraente e gli attraenti non dovrebbero mai morire”. Ecco, Enea è un film Attraente che non vorresti mai finire di vedere.
Voto 7,5
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