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Enea

Regia di Pietro Castellitto vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Enea

di obyone
7 stelle

 

Pietro Castellitto, Giorgio Quarzo Guarascio

Enea (2023): Pietro Castellitto, Giorgio Quarzo Guarascio

 

Venezia 80. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

L'illustre Paolo Crepet, spesso interrogato dalla stampa sui mali delle nuove generazioni, troverebbe, forse, interessante lo sguardo che Pietro Castellitto ha dedicato ai trentenni. Il Federico Pavoni de "I predatori" sfoggia un piumaggio smunto e grigio in una società borghese in cui non riesce a "ostentare" il proprio opalescente tegumento. Sfiancato dalla pressione sociale egli non riesce a farsi largo in campo accademico rimanendo strangolato da una nietzschiana visione della vita che fa di lui un perdente, un disadattato incapace di riciclarsi in qualcosa di più concreto. Il successo non è alla portata di tutti ma lo studentello interpretato da Castellitto nel suo film d'esordio incarna tutti, ma proprio tutti, i fallimenti educativi di una famiglia che non sa spronare la prole a crescere in maniera consapevole ed emanciparsi, foss'anche commettendo errori ed accettandone le debite conseguenze. Federico Pavoni è, dunque, al centro di un trattato filosofico, sociale e soprattutto educativo che piacerebbe al castigatore dell'istituzione famigliare italiana.

 

Pietro Castellitto

Enea (2023): Pietro Castellitto

 

A ben guardare, però, è con il secondo "Enea" che Crepet potrebbe esibirsi in una sfiancante filippica sull'educazione dei figli e sulla paura di crescere. Perché Enea è persino peggio dell'ansioso ed un po' bacato "cugino" Federico. Da Enea trasuda una sicurezza che all'altro non appartiene. Forse meno intelligente ma decisamente più "sgamato" Enea sembra affrontare di petto la vita. Ma è qui che un qualsiasi psichiatra direbbe che l'apparenza inganna. Enea si fa scudo della propria spavalderia cercando di nascondere la paura, quella che, invece, l'amico Valentino sembra indossare come una comoda camicia bianca sotto cui nascondere un costume di forza e drammatica determinazione da esibire quando la situazione richiede di prendere il toro per le corna. Enea, dunque, figlio di una famiglia benestante che possiede più di quanto serve, compreso l'accesso ad un club esclusivo, spende e spande la propria esistenza tra pranzi al circolo, partite di tennis, sniffate e feste esclusive, gestendo qualche illecito traffico e un ristorante in cui mette piede di rado. Ma sono le vertigini provocate dal rischio a riempire una vita simile al bicchiere mezzo pieno. Non basta nemmeno la bella e sofisticata Eva a colmare l'animo irrequieto del giovane e men che meno la malinconica amicizia di Valentino che vorrebbe evadere da una parvenza di borghese perfezione per essere veramente se stesso. Enea spinge sull'acceleratore del rischio, gioca una partia a scacchi che non può vincere, punta tutto sul numero sbagliato per scacciare l'incubo che lo attanaglia: crescere e diventare uomo. 

 

Chiara Noschese, Sergio Castellitto

Enea (2023): Chiara Noschese, Sergio Castellitto

 

L'esistenza di Enea è dunque vacua? Crepet direbbe che il giovane protagonista vive nella costante ansia di dimostrare che la paura non gli appartiene mettendo, invece, in luce il terrore di vivere un'esistenza discreta, responsabile, persino insignificante. La stessa dei suoi genitori. E pur rimarcando tutti gli errori commessi con l'amico Valentino il nostro sociologo e psichiatra giustificherebbe, almeno in parte, l'atteggiamento del giovane protagonista nelle mancanze della famiglia che implode su se stessa come la palma che crolla d'un tratto nella veranda mandando tutto in frantumi.

Chiede Enea "Noi siamo un clan mamma?" E di fronte ad una domanda che non ha risposta sceglie il percorso individuale che mette in luce il naufragio della cellula familiare. La mela non cade mai lontano dall'albero, si dice. L'affanno di Enea è lo stesso del padre che non a caso si ritaglia equivoci momenti personali lontano da occhi indiscreti. La vita è un incubo e la paura di affrontarla, la paura del futuro, esplode in un atteggiamento masochista nel figlio e nelle urla del padre che rompono i timpani ma non la perfezione borghese di un clan immacolato in un ambiente immacolato.

Pietro Castellitto lavora in famiglia. Recita a fianco del padre e del fratello minore, scrive ed, infine, dirige mostrando talento nella scelta delle inquadrature e nei movimenti di macchina. A mio avviso il rampollo della premiata ditta Castellitto/Mazzantini avrebbe potuto coinvolgere anche la madre nella fase di scrittura. Il soggetto è originale ma il racconto si presenta poco fluido nella parte centrale allorché si profila un affare poco chiaro che rimane sospeso in un limbo di indeterminatezza. La parte dedicata all'illecito traffico è inizialmente tralasciata preferendo Castellitto occuparsi delle relazioni e dei passatempi di Enea, lasciando però alcune perplessità nello spettatore nel momento in cui il film dovrebbe elevarsi in cielo e prendere il volo.

Rispetto a "I predatori" Pietro Castellitto guadagna il concorso a Venezia ma fa un passo indietro pur dimostrando di avere stoffa e non poca audacia nel richiamare alla mente le emozioni pubbliche e lancinanti di un dirottamento e di uno schianto che il cinema ha sempre trattato con grande pudore.

Il finale è amaro e perfettamente in sintonia con il ritratto sociale messo in scena dall'autore, una fotografia borghese che a qualcuno ha fatto storcere il naso e ad altri, forse ingiustamente, ha fatto gridare all'ingratitudine di chi sputa nel proprio piatto. Enea è un film controverso di un giovane autore non privo di ambizione che a mio avviso saprà aggiustare il tiro nelle prossime occasioni. Purché non si sieda sugli allori considerandosi già arrivato. Una tentazione che il dottor Crepet definirebbe, probabilmente, deleteria nel processo di crescita personale del giovane autore.

 

Sergio Castellitto, Benedetta Porcaroli

Enea (2023): Sergio Castellitto, Benedetta Porcaroli

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