Regia di Pietro Castellitto vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - CONCORSO Enea è un trentenne della Roma bene, figlio viziato e in cerca di emozioni di un noto psicologo e di una famosa conduttrice televisiva.
Gestisce un ristorante di sushi, ma gli affari grossi li fa spacciando droga assieme ad un suo affiatato amico, amante del volo.
Tutto va a gonfie vele finché i boss veri non si alterano e fanno fuori i briganti di bassa lega con cui Enea, che nel frattempo pare aver trovato la principessina borghese dei suoi sogni al circolo del tennis che frequenta con assiduità, ha fatto affari, finendo lui stesso nel mirino della mala organizzata.
Frustrazioni generazionali a manetta, che descrivono i connotati nauseanti di una borghesia cialtrona che, nelle differenti generazioni, non ha speranza di conquistarsi il favore del pubblico. Castellitto Jr., che pur mostra qualche dinamico stile di regia in un film che si avvale di un buon apporto tecnico, si circonda della solita improbabile, mostruosa, complessata ma impenitente famiglia borghese romana, fatta di circoli esclusivi di tennis, sedute psicoanalitiche di tendenza, ed efficiente servitù filippina, per raccontarci le arcinote gesta scellerate di due sconsiderati cresciuti nella bambagia.
Una storia popolata da spacciatori cialtroni, ma anche un po' filosofi del vuoto cosmico, circondati da fiumi di coca da saper gestire, da delinquenti un po' romantici, ma un po' senza pietà in un contesto assordato da canzoni ruffiane, insistenti e reiterate.
Una storia che non risparmia nemmeno una "maledetta (primavera)" love story finale, profonda ed originale come lo spot del cornetto gelato.
Il risultato complessivo finale si rivela piuttosto indigesto ed assai irritante.
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