Regia di Fritz Lang vedi scheda film
IL NOIR SECONDO FRITZ LANG L'incalzante noir di Fritz Lang è incentrato su un ardito e sfacciato sberleffo che il caso e l'azzardo costruiscono attorno alla figura solitaria e malinconica di un anziano professore universitario, tal Richard Wanley.
Costui infatti si imbatte per strada, casualmente, nella splendida foto di una modella dall'avvenenza mai vista prima. Salvo poi incontrarla di persona poco dopo, volgendo le spalle, come richiamato da una sensazione benefica intangibile. I due fanno conoscenza, escono insieme e finiscono, nonostante la prudenza e la galanteria tipicamente old style dell'anziano, nell'appartamento della ragazza, ma sono sorpresi dal fidanzato di lei che, in uno scatto d'ira, si avventa contro quello che apparentemente considera un avversario.
Il professore, impugnando un paio di forbici passategli in modo apparentemente istintivo dalla donna, lo trafigge fino ad ucciderlo.
Seguono sconcerto, panico, sgomento, desiderio di costituirsi: sentimenti tutti presi in considerazione dai due superstiti e complici, ma messi da parte a favore di una soluzione decisamente più clandestina e arbitraria volta a risolvere la situazione nella più completa omertà. Almeno fino all'arrivo dell'astuto ricattatore.
Tratto dal romanzo romanzo Once Off Guard di J. H. Wallis, adattato e sceneggiato magistralmente dall'estro di Nunnally Johnson, La donna del ritratto è un noir magnifico portato al livello di autentico capolavoro del genere noir grazie in particolare alla interpretazione fornita dai due straordinari protagonisti. Edward G. Robinson, attore romeno naturalizzato statunitense - non è mai stato un mistero - è considerato giustamente da molti intenditori e cinefili uno dei massimi attori made in Usa mai esistiti e qui, nei panni semiseri del professore demodé ingenuo e gentiluomo Richard Wanley, offre una interpretazione da brivido.
Gli fa da meraviglioso contraltare scenografico quella che, assieme a Gene Tierney, è stata probabilmente l'attrice più avvenente mai esistita a Hollywood: si parla di Joan Bennett, femme fatale per eccellenza, soprattutto quando diretta, come in questo caso ed anche in La strada scarlatta (1945) e Dietro la porta chiusa (1948), da Fritz Lang.
Donna dalla bellezza impossibile, e quintessenza di una perfezione esteriore che qui nel film si trasferisce dalla carne corporea alla dimensione binaria del ritratto. "La donna del ritratto" è un noir condotto magistralmente, incanzante, ma anche ironico e in alcuni passaggi sin scanzonato, in grado di catturare lo spettatore lungo una vicenda tanto assurda quanto coinvolgente ed attanagliante, che non può, oggi come all'epoca dell'uscita in sala, lasciare indifferenti.
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