Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Pietro Vella, docente di materie umanistiche presso un liceo della periferia romana, avvia una burrascosa relazione sentimentale con Teresa, sua ex-studentessa, la quale, su suo invito, torna a dedicarsi allo studio della matematica, materia per la quale era portata. Una sera, a seguito di un dissidio, i due scelgono di legarsi inscindibilmente, riferendo l'uno all'altro un segreto. Quanto rivela Pietro è tanto sconvolgente da far allontanare Teresa, la quale tuttavia non smette di amarlo. Negli anni successivi, Pietro sposa la collega Nadia, ha una bambina, acquisisce notorietà nazionale per la sua attività di divulgazione in ambito pedagogico; Teresa si trasferisce a Boston ove prosegue gli studi e le ricerche, divenendo una delle più affermate matematiche mondiali. I legami tra i due non sono mai recisi; la rivelazione ha un "peso", soprattutto per Pietro, il quale teme che Teresa possa diffonderne il contenuto. A diversi decenni dai fatti, Pietro, ormai anziano, grazie all'impegno della figlia, è convocato presso il Quirinale, per ricevere un'onoreficenza dalle mani del Presidente della Repubblica. A parlare in suo favore è chiamata Teresa; egli vive con estrema e disperata angoscia l'attesa di quel momento. Tratto da omonimo romanzo scritto da Domenico Starnone e diretto da Daniele Luchetti, "Confidenza" è un film drammatico, teso, carico di tensione. La narrazione prende il via in un momento della linea temporale degli eventi prossimo all'epilogo, procedendo a ritroso. Un anziano Pietro Vella medita il suicidio. Tempo prima, la figlia Emma, ammessa al Quirinale, tramite conoscenze, propone il papà per un riconoscimento dei suoi meriti nel ruolo di docente ad opera del Presidente della Repubblica; si rivolge, al fine di ottenerne attestazione, alla celebre matematica e sua ex-studentessa Teresa Quadraro, la quale vive da lungo tempo a Boston. Teresa, con ogni evidenza, accetta. Di seguito, l'attenzione dell'autore si sposta al passato; inizio anni '80. Ci descrive i due protagonisti e la nascita della loro tormentata storia d'amore; ci racconta di come i due, pur coinvolti, abbiano diverse prospettive. Pietro non considera Teresa la sua compagna abituale. Ella è orfana; il professore fa le veci, inconsciamente, del padre, spronandola negli studi. Dopo l'ennesimo litigio, giunge il momento chiave del film. La ragazza gli rivela un suo segreto, lasciandolo moderatamente turbato. Pietro le sussurra il suo; è un qualcosa di tanto sconvolgente da spingere Teresa ad allontanarsi immediatamente da lui. Mai ci viene rivelato di cosa si tratta. Forse, un qualcosa che implica una responsabilità penale; anche il professore è orfano, probabilmente ha una qualche ruolo nelle circostanze del decesso di uno o entrambe i genitori. Sono comunque solo ipotesi; questo mistero tiene in piedi la tensione per l'intera durata del racconto. E' evidente che Pietro porta dentro di sè un macigno. E' terrorizzato dall'idea che Teresa possa riferire il suo segreto, arriva ad immaginarne (forse volerne) la morte, l'omicidio. Altre volte, s'avvicina pericolosamente alle sporgenze meditando presumibilmente il suicidio. Paura ? Sensi di colpa ? Possiamo solo far congetture. Il personaggio, magistralmente interpretato da Elio Germano, è molto complesso. Oggetto di un approfondito studio da parte dell'autore, Pietro offre un'immagine pubblica estremamente positiva. Benvoluto dagli studenti, i quali lo ricordano con affetto a distanza di anni per la capacità di stimolarne l'interesse senza dover ricorrere a metodi autoritari, acquisisce notorietà e prestigio fornendo consulenza al ministero e scrivendo saggi circa lo stato dell'istruzione in Italia. In privato, rivela un carattere opportunista. Prima nei confronti di Teresa, poi di Nadia, moglie e madre insicura, alla ricerca di un'affermazione che non trova in ambito professionale. Non è un marito infedele; pur potendolo fare, non tradisce. Ma non può dimenticare Teresa. La, prima ragazza, poi donna, è interpretata da Federica Rosellini. Anch'ella è legata a Pietro, ne è sempre stata innamorata, il suo sentimento sopravvive nonostante la distanza e si trasforma in qualcosa di diverso, di indefinito, di tenace. Non è mai, tuttavia, pentita della scelta di interrompere il rapporto con lui. Gioca con l'uomo, come il gatto con il topo; appare all'improvviso, recando con sè il fardello della conoscenza. Mai, in realtà, minaccia Pietro. Ma ne percepisce l'angoscia e non fa nulla per tranquillizzarlo. Forse, è questa - qualora il suo ex-docente avesse commesso un'azione che ella giudica immorale, quando non oggettivamente illecita - la punizione di Pietro. L'esser minacciato per l'intera esistenza da una nemesi, che lo raggiunge anche in vecchiaia, in quella che dovrebbe essere l'occasione di aver riconosciuti gli alti meriti professionali; non avremo mai la risposta. Altri attori di rilievo sono Isabella Ferrari nel ruolo dell'editrice Tilde e Vittoria Puccini dei panni di Nadia. Il film ha un ritmo molto, molto lento. La compresione degli eventi non è immediata; alle alterazioni della linea temporale s'affianca l'aggiunta di sequenze oniriche, le quali riflettono i desiderata di Pietro, le sue paure o prospettive. L'intuizione di legare la tensione all'incertezza circa il contenuto della "confidenza" di Pietro è decisamente ruffiana; probabilmente, svelato il mistero, la noia potrebbe prevalere. C'è altro, comunque, oltre all'intreccio sentimentale ed all'introspezione connessa alla condivisione di un segreto. L'evoluzione delle carriere dei protagonisti è costruita in maniera molto verosimile. Non è irrealistico ciò che accade a Teresa, ovvero andare all'estero e far fruttare intelligenza e costanza per aprire quelle porte che in Italia spesso rimangono chiuse, per i comuni mortali, quale è, ad esempio Nadia, per anni sfruttata da un docente universitario, in cambio di nulla. E Pietro ? E' certamente un insegnante di buona volontà; ha una sua "visione" riguardo il ruolo del professore, e la traduce in azione. Ma non ha altre doti; semplicemente, sfrutta le occasioni che gli si presentano. Conoscenze nell'ambito del sindacato, dell'editoria, del ministero, ne agevolano la carriera nel ruolo di divulgatore. "Confidenza" è dramma, sentimento, angoscia; molte domande rimangono in sospeso lasciando l'immaginazione dello spettatore al lavoro anche conclusa la visione. Lo stesso epilogo, non è chiaro. Quanto di ciò che vediamo è reale, e quanto avviene nella disturbata mente di Pietro Vella, un uomo tanto semplice e sincero nella sua vita pubblica, quanto complesso, ed oscuro riguardo il suo privato. Un po', forse, come molti tra noi. Nonostante alcune pecche, l'opera di Daniele Luchetti merita una visione; a seguito di ciò, non si dimenticherà facilmente.
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