Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film
Pietro Vella (Germano), un professore di liceo progressista e amatissimo dagli studenti, si invaghisce di una sua ex studentessa (Rossellini, legnosissima) con la quale ingaggia una tormentata storia d'amore. In un momento di baruffa, i due decidono di legarsi a vita rivelandosi un segreto indicibile. Da quel momento la vita di Pietro, in ascesa professionale grazie al successo dei suoi scritti, viene fagocitata dal timore che quel segreto, consegnato a una donna che nel frattempo è diventata una stella al MIT di Boston, possa venire a galla all'improvviso, fino al giorno in cui, molti anni dopo, sta per ricevere un premio dal Presidente della Repubblica. Moglie (Puccini, mai così brava) e figlia (Fogliati) sono all'oscuro di tutto…
Dopo La scuola e Lacci, Luchetti torna su un romanzo di Domenico Starnone (sceneggiato con il fido Francesco Piccolo) per raccontare una storia di vuoti e di pieni, consegnati allo spettatore (così come al lettore: ma il romanzo è ben altra cosa...), al quale spetta il compito di riempire con la propria fantasia il McGuffin sul quale ruota l'intero film. Un'opera che, pur con i suoi diversi piani prospettici (in primis, il "dentro" da impostore e il "fuori" da uomo perbene del protagonista), sembra più preoccupata di puntellare il racconto con diversi colpi di scena che di scavare nelle psicologie di personaggi (compresi alcuni di quelli di contorno) abbandonati ad ammiccamenti pruriginosi. Sicché il film regge soprattutto grazie alla prova magnetica di Elio Germano, segnata tuttavia da un make-up decisamente non all'altezza.
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