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Black Bits

Regia di Alessio Liguori vedi scheda film

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La recensione su Black Bits

di alan smithee
3 stelle

locandina

Black Bits (2023): locandina

AL CINEMA

"Non posso combattere contro un nemico che non comprendo".

Da giovedì 3 agosto è presente, nelle sale italiane, distribuito in 73 copie,  Black Bits, il cyber-thriller di Alessio Liguori.

Si tratta di una coproduzione italo-polacca attraverso la quale il dinamico ed assai prolifico regista italiano di In the Trap, presentato nel 2019 in anteprima al Trieste Film Festival e successivamente distribuito in 23 paesi, torna ad affrontare una platea internazionale.

Non meno fortunato è stato l’approccio di pubblico riscontrato dal suo film successivo, intitolato Shortcut – Non tutte le strade portano a casa, classificatosi nella top ten del box office americano per circa un mese, sempre nel 2019, e distribuito anche in molte sale in Russia l’anno successivo.

Il film ora in sala ha la struttura di un action-thriller che non disdegna l’approfondimento dei dettagli di una storia sentimentale che unisce una hacker ed una ladra, insieme nella fuga dopo aver sottratto a una multinazionale un bottino poco voluminoso bottino, ma dal valore spropositato.

LA TRAMA

Una hacker e una ladra, coppia fissa anche a livello sentimentale da almeno un paio d’anni, è in fuga inseguita da un fuoco incrociato di alcune auto nere che la pedinano.

Le due hanno appena derubato una società conosciuta come Black Bits, operante nel comparto del “dark web”, sottraendo a questa organizzazione due neurochips che contengono informazioni tanto importanti da mobilitare ogni risorsa per riuscire a riaverle indietro.

Dopo essere state ferite, le due riescono a seminare gli inseguitori e a raggiungere una sofisticata e avveniristica casa di vetro nel bel mezzo di una foresta, presso cui accedono senza difficoltà per trovare riparo e curarsi vicendevolmente.

Ma, attraverso le pareti trasparenti di vetro, presto si accorgono che un individuo misterioso le sta spiando, e, probabilmente, non solo perché è attratto fisicamente dalle due ragazze, effettivamente molto piacevoli alla vista.

Quello che sembrava un rifugio si trasforma in una trappola e le due ragazze sono costrette a uscire allo scoperto per tentare di salvare la refurtiva, e la loro vita.

Yvonne Mai, Jordan Alexandra

Black Bits (2023): Yvonne Mai, Jordan Alexandra

LA RECENSIONE

Il prolifico Alessio Liguori si riaffaccia sulla scena direttamente in sala con un thriller concitato in cui il cineasta, nonostante la non molto brillante base narrativa che regge la storia, conferma l'abilità di regia già mostrata nelle opere precedenti e l'indubbia capacità di confezionare prodotti di facile collocamento presso il vasto mercato internazionale.

Liquori ha l’innegabile merito di saper confezionare prodotti di massa che esulano dal ristretto cerchio nazionale, talvolta, se non spesso, limitante soprattutto per i ritorni economici che caratterizzano le pellicole nostrane, quasi sempre tagliate fuori dai mercati stranieri.

Il cineasta appare nuovamente disinvolto nel rivolgersi a una platea globale, con un prodotto che sa guardare al mondo senza autolimitarsi a situazione ed ambientazioni geografiche che possano circostanziare eccessivamente una  provenienza territoriale, andando incontro a ostacoli nel proporsi ai mercati globali.

Anche questo concitato Black Bits si svolge prevalentemente, e non certo a caso, in un non-luogo che si identifica come una foresta difficilmente accessibile, ove le due protagoniste trovano dapprima rifugio, e poi l’epicentro di una minaccia che potrebbe compromettere per sempre i sogni di ricchezza che le ha indotte a diventare ladre.

Yvonne Mai, Jordan Alexandra

Black Bits (2023): Yvonne Mai, Jordan Alexandra

Jordan Alexandra, Yvonne Mai

Black Bits (2023): Jordan Alexandra, Yvonne Mai

Il taglio di regia di Liguori è idela al prodotto, magari senza pretese, ma esportabile ovunque.

Peccato invece che la sceneggiatura, scritta dalla collaborazione di ben tre menti, non offra mai la possibilità di creare un autentico pathos nei confronti sia dei personaggi coinvolti, davvero ridotti a cliché, sia della vicenda in sé, quasi mai particolarmente galvanizzante.

La storia che regge la produzione appare confusa, anche nell’epilogo affrettato, che si pretende a sorpresa.

La realtà riprodotta dalla storia e quella virtuale, che soppianta la pur concitata quotidianità, costituiscono due aspetti contrastanti e antitetici che possono anche coinvolgere, ma questa dirompente dicotomia non può costituire l’unico asso nella manica di una sceneggiatura che invece trascura sottigliezze e approfondimenti nei confronti dei tre attori coinvolti.

Peccato, perché gli spunti riguardo a due eroine-ladre e pure amanti (interpretate dalle toste Yvonne Mai e Jordan Alexandra) potevano lasciar pensare a due personaggi davvero ben più affascinanti.

Non che si potesse anelare a due nuove Thelma e Louise, per carità, ma le aspettative per trovarsi di fronte a due caratteri ben delineati, nonché abilmente sfaccettati, si prefiguravano sin dalle premesse.

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