Regia di Richard Eyre vedi scheda film
Dice Richard Eyre, regista del film candidato a tre Premi Oscar “Iris. Un amore vero”, a proposito dell’attrice Judy Dench, scelta per il ruolo della romanziera e filosofa Iris Murdoch: «É assolutamente trasparente e permette al personaggio che sta interpretando di respirare attraverso il suo corpo». Ed effettivamente Judy Dench, candidata all’Oscar come migliore Attrice Protagonista, andrebbe premiata, più che per i suoi scatti e le sue “mossette” tipiche dei ruoli dei “malati cinematografici” e che tanto fanno impazzire i giurati di Hollywood, per il suo intimo viso che in ogni più piccola ruga conserva intatto il fascino e la forza di una grande donna capace di comunicare al pubblico le più profonde emozioni.
E fascinosa ed energica viene descritta nella biografia del suo compagno John Bayley (anche Jim Broadbent candidato all’Oscar ma un po’ sopra le righe) la scrittrice Murdoch nata a Dublino nel 1919 e definita spesso”la donna più brillante dell’Inghilterra”.
Ma “Iris. Un amore vero” non vuole essere la classica cinebiografia del “genio maledetto” letterario di turno ma è la storia d’amore commovente e a volte divertente di due persone semplici.
Scegliendo una narrazione “doppia” (episodi di vita della giovane coppia sono alternati a quelli della coppia anziana) Richard Eyre riesce nella difficile impresa di non farci percepire la malattia della scrittrice per buona parte del film (Iris si ammala del morbo di Alzheimer) concentrandosi sulla potente forza drammaturgica di un amore che resiste al Tempo, alla vecchiaia ed alla scure minacciosa della malattia. Ma niente facili pietismi o scorciatoie becero sentimentali: “Iris” vive nello sguardo intelligente e vitale di Judy Dench e nella forza, determinazione e sfrontata ed impudica bellezza di Kate Winslet (Iris giovane) che si merita l’Oscar (candidata per questo ruolo come Migliore Attrice non Protagonista) per il suo proporsi come una vera e propria outsider nell’appiattito panorama delle giovani dive hollywoodiane.
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