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A torto o a ragione

Regia di István Szabó vedi scheda film

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La recensione su A torto o a ragione

di FilmTv Rivista
6 stelle

Cultura e politica. Responsabilità dell’artista e dittatura. Restare nella propria patria o fuggire. Servire la musica, non perdere alcuni privilegi o opporsi al regime. Beethoven e Bruckner o Betty Grable e Bob Hope. Spartiti e polizze assicurative. Mercato dei talenti e ragion di Stato. Nel duello tra il grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler (Skarsgård) e il maggiore Steve Arnold (Keitel) sono questi gli intricati temi del dibattito. Arnold ha l’incarico di interrogare il musicista per conto del Comitato Americano per la Denazificazione, tra le macerie di una Berlino da quinta teatrale, in una stanza in cui si “processa” un uomo e si espongono le tesi e le antitesi di un problema morale e politico. L’istruttoria dura mesi e Furtwängler viene scagionato dalle accuse, ma sul suo nome resteranno alcuni sospetti. Scritto da Ronald Harwood e tratto dal suo testo teatrale “Taking Sides”, nel film di Szabó sono i dialoghi e la recitazione gli aspetti più rilevanti. Il torto o la ragione si scontrano nelle argomentazioni più che nelle sequenze.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 13 del 2002

Autore: Enrico Magrelli

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