Regia di Paolo Pisanu vedi scheda film
Un film che scava nel profondo dell'anima. Un film in cui la Sardegna supera i confini del proprio mare, offrendosi come angolo introspettivo del mondo interno, in cui si consuma uno dei tanti drammi della vita: la solitudine dell'abbandono. I ruderi di Platamona, infatti, ben rappresentano quel luogo dell'animo umano dove, la rinuncia agli affetti, genera la perdita del senso profondo di sé e della vita. Quel significato individuale e collettivo che può essere conquistato solo attraverso il legame affettivo; unica strada, per il protagonista, per poter cadere e accedere dolorosamente alla vulnerabilità e al desiderio di liberarsi dalla prigionia della paranoia e della distruttività... e sentirsi vivo e in errore. Un film sincero e profondo, che riesce benissimo nell'intento di indurre lo spettatore a provare quel vuoto terribile, causato dell'impossibilità dello scambio emotivo/affettivo; questo grazie alla maestria del regista e alla bravura del cast. Complimenti a Paolo Pisanu per aver realizzato in modo egregio la difficile impresa di raccontare il buio e la luce dell'anima.
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