Regia di Werner Herzog vedi scheda film
"Il paese del silenzio e dell'oscurità" ha una grandissima forza, Herzog non si limita a documentare ma trova lo spirito più profondo di ciò che filma. Così, il vecchio che abbraccia l'albero nel finale non può essere considerato un pazzo, il suo è un dramma, è una solitudine infinita e non uno stato di pazzia. Educare le persone sordocieche è un'illusione di forza, si cerca di far tornare tutto alle regole umane che sono state infrante. In questo si esprime la poetica di Herzog, per lui la mostruosità è nella pratica umana, nella sua brutale normalità. L'educazione è repressione degli istinti e quindi della personalità, dell'indivuo in quanto tale. Non si può in alcun modo alleviare la sofferenza, tutto dipende dal soggetto e non dall'ecuzione che gli viene data. Fini Straubinger è forte perchè è fatta così, allo stesso modo alcuni sono deboli, ed alcuni isolati. La brutalità, quindi, è nell'approccio umano alle cose, nella voglia di razionalizzare il creato e non nel soggetto in sè. Un sordocieco non è un mostro da umanizzare, è a suo modo un indivuo unico da conoscere ed apprezzare (con una curiosità anche cinica e forse perversa) in quanto tale.
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