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Assassinio a Venezia

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Assassinio a Venezia

di axe
6 stelle

1947, Venezia. Hercules Poirot, sfiduciato verso il suo presente a causa del recente conflitto mondiale, è a riposo a tempo indeterminato; Vitale, un ex-poliziotto ora sua guardia del corpo, gli tiene distanti decine di postulanti, ma non una, l'amica e scrittrice Ariadne, la quale gli propone di smascherare, ritenendola una ciarlatana, la medium Joyce Reynolds, che terrà una seduta spiritica in casa Drake, ove poco tempo prima è morta in circostanze non ben chiarite, Alicia, figlia della proprietaria, la cantante lirica a riposo Rowena. Partecipano all'evento le persone le quali, per un motivo o per l'altro, erano presenti nel contesto familiare in cui viveva Alicia al momento della morte, ritenuta suicidio. Mentre all'esterno di casa Drake, un piccolo ed antico palazzetto, infuria la tempesta, altro sangue è sparso. Poirot non può fare a meno di indagare e portare allo scoperto le responsabilità di ogni presente, per le tragedie presenti e passate. Per la terza volta il britannico Kenneth Branagh dirige un adattamento di un romanzo giallo di Agatha Christie, "Poirot E La Strage Degli Innocenti", intepretando il detective protagonista. L'ambientazione è italiana, il contesto storico è quello di un dopoguerra tormentato; tutti i personaggi sono stati a vario titolo coinvolti in tragici fatti bellici e ne recano ancora le ferite nell'animo. A ciò si somma una situazione familiare tesa, all'interno della quale proliferano rancori e psicopatie. Durante il periodo di permanenza all'interno del palazzo, una tra le persone presenti è uccisa. Poirot torna in azione. Fatte chiudere le porte dello stabile, affinchè nessuno possa allontanarsi, inizia le sue indagini ascoltando insieme o separatamente le persone che condividono la convivenza forzata, esaminando gli ambienti, eseguendo valutazioni su fatti passati e presenti. Ognuno ha un qualcosa da nascondere; in molti hanno responsabilità indirette nella morte di Alicia; una sola è la mano assassina. Kenneth Branagh rende il personaggio dell'investigatore di origine belga con consueta efficacia. Il distacco con il quale il protagonista affronta i primi rapporti con gli altri soggetti lascia posto, dopo aver subito un atto di violenza, ad un maggior coinvolgimento emotivo. Poirot, risolto il caso, chiude la sua parentesi di risposo e torna all'opera; tra i molti attori, è degna di nota la presenza di Riccardo Scamarcio, nel ruolo di Vitale, per la verità non incisivo e di certo stereotipato. Tutti recitano senza particolari guizzi. L'atmosfera è lugubre; l'azione si svolge in un antico palazzo, teatro di antiche vicende di sangue e pieno di segreti, dal quale non solo perchè imposto dal protagonista, ma anche a causa di una violenta tempesta, è impossibile allontanarsi. Nelle stanze circolano sostanze allucinogene; le visioni del protagonista sono indotte da esse, o aleggia nell'aria una qualche presenza sovrannaturale ? Allo spettatore la facoltà di credervi, o no. L'impianto del racconto è quello di un giallo classico; premessa, presentazione dei personaggi - tutti, nessuno escluso, in possesso di un qualche motivo per uccidere - omicidi, indagini, altro sangue, smascheramento del colpevole - scoperto grazie, ancora una volta, alla capacità di Poirot di osservare, valutare le persone, porre in relazione tra loro dettagli apparentemente insignificanti; c'è, infine, spazio per un ulteriore colpo di scena. I film che Kenneth Branagh dedica a Poirot sono, a questo punto, una certezza. L'autore va sul sicuro, replicando sullo schermo e conferendo ad essi un tocco di modernità, schemi narrativi ben consolidati. Essendo costretti entro previsi limiti, gli attori non sono in condizione di poter esprimere tutto il loro potenziale; ma la suspence c'è, le atmosfere sono ben rese, i colpi di scena non mancano. Pur senza brillare, un buon film.

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