Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Una storia minore di Agatha Christie ambientata in una Venezia dark, esoterica e dai toni vagamente horror, si dipana un po’ contorta e forzosa vista anche la capacità di tutti i protagonisti di andarsi volontariamente a ficcare in un vicolo cieco sfrucugliando il buon Poirot (il solito Kenneth Branagh che se la suona e se la canta anche se stavolta sembra voler far il verso allo Sherlock di Guy Ritchie), che aveva scelto proprio la meravigliosa città lagunare per staccare dalle sue indagini e dai relativi ed inevitabili tormenti che le medesime gli procuravano; quindi ci becchiamo un triplice omicidio ospitato in un maniero ex orfanotrofio teatro di brutte storie di bambini più che maltrattati, addobbato a festa per la nuova moda di Halloween importata da oltreoceano, con contorno di cabalismi e atmosfere paranormali che sembrerebbero sedurre anche il nostro eroe sempre col baffo in perfetto ordine e in grado di percepire la minima messinscena vagamente fallata.
Carne al fuoco tanta, come in ogni copione giallo che si rispetti, qualcosa di telefonato e anche di arrampicato, certo, ma la location tutta scricchiolii, pioggia, vento, porte che sbattono e clima lugubre rendono la visione inquieta, ma anche interessante e veloce, ed in più un pizzico di introspezione intimista su un Poirot che sembra tentennare rispetto alla sua visione razionalistica del mondo, fino però a tornare la spietata macchina risolvi enigmi che tutti conosciamo, ed in una cornice davvero seducente come può offrire solo la città più bella del mondo.
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