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Assassinio a Venezia

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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La recensione su Assassinio a Venezia

di diomede917
5 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: ASSASSINIO A VENEZIA

La filmografia di Kenneth Branagh si caratterizza nel processo di Branaghizzazione che l’attore regista britannico mette nei suoi lavori, quasi ad appagare il proprio perfezionismo e indirettamente il proprio ego.

La prova lampante sono le rappresentazioni cinematografiche del suo amato Shakespeare che trovano il culmine nel suo biondissimo Hamlet, ma se in quel caso la sua pietra di paragone e di sfida è sempre stato Laurence Oliver con il personaggio di Hercule Poirot Kenneth Branagh vuole deChristiezzare le pagine del libro e Branaghizzare le immagini del film.

Assassinio sull’Orient-Express e Assassinio sul Nilo erano dei classici troppo classici per essere destrutturati rischiando di andare contro ai milioni di fan della scrittrice e le stesse interpretazioni di Albert Finney prima e Peter Ustinov poi ti mettevano nella condizione di aver troppo rispetto nella nuova messa in scena.

E così con Assassinio a Venezia, Kenneth Branagh e il suo fidato sceneggiatore Micheal Green prendono un’opera minore della saga di Hercule Poirot (Poirot e la strage degli innocenti portata sullo schermo solo in versione televisiva) e la riscrivono totalmente cercando di abbinarci una spruzzatina di Horror che l’Halloween Party (titolo originale del libro) impone e la scelta di intitolarlo Haunting e non Murder o Death come i precedenti film nasce proprio da questa esigenza ultraterrena. Naturalmente la nostra traduzione del titolo in italiano ci riporta con i piedi per terra e togliendoci anche la suspence iniziale.

E così dalle campagne inglesi ci troviamo nella misteriosa e maledetta Venezia che era già stata Rosso Shocking, siamo nel 1947 e gli americani oltre ad averci liberato ci hanno regalato la festa di Halloween che nel contesto di una città famosa per il suo Carnevale ne aumenta la sua componente da brivido.

Ed è proprio lì che il famoso investigatore Hercule Poirot ha deciso di ritirarsi ed è sotto la vigile protezione da un ex poliziotto interpretato da un Riccardo Scamarcio che mena come Bud Spencer dei tempi migliori.

Sfidato e provocato da una sua amica scrittrice di romanzi gialli parteciperà ad una seduta spiritica con l’unico scopo si stanare la mentecatta che si nasconde dietro alle impressionanti doti della Medium Mrs. Reynolds, tutto questo all’interno di uno dei palazzi più maledetti di Venezia giù luogo del misterioso suicidio della figlia della padrona di casa la cantante lirica Rowena Drake e il cui fantasma aleggia nella casa in cerca della verità.

Kenneth Branagh in cerca di personalizzare il più possibile sia la storia che il suo personaggio crea un ibrido che somiglia più al Daniel Craig di Knives Out che al nuovo Hercule Poirot di Kenneth Branagh.

Da un punto di vista registico, il film è ineccepibile. Venezia è inquadrata e fotografata benissimo e le atmosfere horror danno un che di regale nella messa in scena.

Purtroppo, è la sceneggiatura che zoppica e sarà forse che Mrs Reynolds muoia troppo presto oppure che il casting non ha il carisma e la personalità dei film precedenti, questo Assassinio a Venezia rimane ancorato su stesso in attesa di un finale un po’ troppo chiamato che lascia dell’amaro in bocca.

Caro Kenneth non basta un lampadario che cade all’improvviso a fare un horror e non basta un omicidio in una lugubre location mentre fuori c’è il temporale che fa un giallo.

Manca tanta e troppa storia al fuoco, in compenso abbiamo tantissimi tuoi primi piani.

Piacione!!!!

Voto 5.

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