Regia di Ernst Ritter von Theumer vedi scheda film
Raro, poco diffuso e recuperato da Amazon Prime Video, "sexploitation" italiano ante litteram prodotto, scritto e diretto (probabilmente) da Sergio Garrone, autore di una manciata di horror, nazi e wip della serie "so bad so good".
Sette donne, detenute in una prigione mediorientale, ingannano una suora riuscendo a farsi aiutare a fuggire dal carcere. Nonostante il buon esito dell'operazione, che le rende finalmente libere, ben presto scoprono che anche il mondo esterno è pieno di insidie e pericoli. Catturate da alcuni banditi, vengono vendute per essere quindi avviate al triste commercio della prostituzione.
La suora si chiama Maria (Monica Teuber), le tre carogne sono Bob (William Berger), Ivan (Herb Andres) - due spacciatori di droga, coinvolti anche nel traffico delle bianche - e il principe arabo, un bel pò puttaniere, El Kadir (Gordon Mitchell). Le sette graziose peccatrici, invece, rispondono ai nomi di:
Carmen (Felicita Fanny) - ha ucciso il suo uomo per gelosia;
Gail (Margaret Rose Keil) - in carcere per ricettazione;
Inga (Nuccia Cardinali) - una prostituta;
Claire (Linda Fox) - arrestata per truffa e ricercata dall'Interpool;
Lolita (Christiane Thorn) - compagna di Claire, una borseggiatrice;
Liana, detta Lee (Ivana Novak) - immischiata nel traffico di stupefacenti;
Chris (Chris McCollins) - vagabonda e ladra.
Le sette carcerate riescono a fuggire grazie a suor Maria: in quanto "affidate alle sue cure spirituali", vengono rilasciate temporaneamente per svolgere alcuni lavori in un convento. Dal quale, travestite da suore e sempre seguite dalla loro tutrice spirituale, fuggono finendo per finire al centro delle attenzioni di Bob (William Berger), spacciatore di droga che ben pensa di ampliare la sua attività dedicandosi anche al traffico delle bianche. Le otto donne, grazie all'aiuto di Jeff (Tony Kendall) - trafficante di stupefacenti convertitosi in zona cesarini - vengono da quest'ultimo addestrare al combattimento. Il gruppo di evase fugge quindi nel deserto, braccato da arabi allupati al servizio di El Kadir. Si salveranno in poche, ma tra i malviventi le perdite saranno ben maggiori.
Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici: Monica Teuber
Sergio Garrone (fratello del più celebre attore Riccardo), autore della sceneggiatura, accreditato come aiuto regista (e a detta dell'attore Tony Kendall, di fatto, anche regista del film), dopo aver diretto una manciata di "spaghetti western" a partire dal 1968 (Se vuoi vivere... spara!), sembra qui attraversare una fase di incertezza sul genere di pellicola da realizzare. L'occasione di cambiare argomenti arriva da questa coproduzione tra Italia e Germania (realizzarla dallo stesso Garrone assieme a Ernst Ritter von Theumer) che, per imperscrutabili vie del cinema, vede coinvolto tra i finanziatori (non accreditati) persino Roger Corman. Due dei nomi citati (Garrone e Corman) sono garanzia di basso budget ma, al tempo stesso, di sicura libertà creativa. Tanto che Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici più volte muta completamente genere: inizia come un WIP avanti lettera (le donne in prigione, per Garrone, ritorneranno verso la metà degli anni Ottanta, nei due terribili "carcerari" girati sotto pseudonimo: Detenute violente e Perverse oltre le sbarre), prosegue come un film d'avventura, quindi diventa commedia con risvolti (pirotecnici) action.
Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici: Margaret Rose Keil in quella che, probabilmente, è la prima perquisizione corporale poi tipica dei successivi wip e nazi italiani
Trasversalmente, però, rimane anche un erotico date le scenette di nudo piuttosto spinte per l'epoca. Questo accumularsi di situazioni, senza inizio e prive di fine, apparentemente girate sul set come work in progress, è quello che più sorprende di un film piuttosto bizzarro dove il cast, tutto sommato interessante, è costretto a recitare battute penose ma sempre con un certo rigore professionale (Ivan, ad esempio, è doppiato dal grande Amendola). Persino la colonna sonora - adattata all'incertezza ritmica dell'opera - di Elsio Mancuso e Berto Pisano (per l'occasione celato dietro il nick di Burt Rexon), oscilla tra le sonorità della commedia sexy e quelle più cupe di un thriller. Alla miseria della produzione si adattano location turche raggelanti e desolanti, con distese infinite e montagne brulle (ma anche coperte di neve!), comunque molto ben fotografate da Umberto Galeassi. Il risultato finale, contrariamente alle attese e considerato l'anno di realizzazione, propende a favore del divertimento, garantito dall'ingenuità della messa in scena (il nano arabo che frusta Nadia - Vonetta McGee - descritto come "un uomo piccolo che sembra il diavolo", i maldestri approcci a fucili e bombe a mano tenuti dalle fuggitive), da squarci di violenza involontariamente comica (suor Maria decide di porre fine alla tortura della peccatrice, calando un macigno in testa allo stesso nano) e da un nudo di circostanza che, pur molto contenuto, garantisce sempre un minimo di piacere per gli occhi. Restano chiaramente poco credibili i risvolti di apparente buonismo, accentuati nei caratteri immacolati della suora e del convertito Jeff e inseriti, molto probabilmente, per agevolare il passaggio del film al visto censura.
Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici: Vonetta McGee
Curiosità
Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici potrebbe avere ispirato un exploitation hongkonghese diretto da Chih-Hung Kuei nel 1973, almeno per quel che riguarda tutto il secondo tempo di Storia segreta di un lager femminile, caratterizzato da una spia infiltrata che guida verso la libertà un gruppo di detenute in fuga.
La versione americana, circolata come The Big Bust-Out, è tagliata di ben 21 minuti rispetto all'integrale italiana.
Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici: scena
Visto censura [1]
Il 31 maggio 1972, con nulla osta n. 60283, Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici ottiene il via libera alla distribuzione nelle sale cinematografiche, dopo che la produzione ha accettato di effettuare i seguenti tagli di "sequenze ritenute contrarie al buon costume":
1) scena dell'amore tra le due ragazze nel carcere, lasciando di essa appena l'inizio;
2) scena delle violenze esercitate dagli arabi nel deserto, per quanto ci si riferisce alla sequenza in cui l'arabo toglie le mutandine alla ragazza e le si pone sopra;
3) scena delle sevizie sulla monaca, lasciando soltanto l'inizio della fine in cui viene puntato il coltello sul volto.
Dal verbale allegato al v.c.:
"(La commissione) esprime parere favorevole per la concessione del nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto per i minori degli anni 18. Il divieto è in relazione alle scene in cui vengono descritti i vizi che legano le persone del riformatorio, nonché alle numerose sequenze di nudo femminile e di violenza, il tutto apparendo gravemente controindicato alla particolare sensibilità dei suddetti minori."
Metri di pellicola accertati: 2800 (103' in proiezione cinematografica).
In data 02 luglio 2008, richiesto per una nuova distribuzione home video, viene poi rilasciato nuovo v.c. (n. 101640) relativo a un'edizione ulteriormente tagliata, derubricata ai minori di anni 14.
Dal verbale redatto in occasione della nuova revisione cinematografica:
"Il film contiene scene che utilizzano gli animali ed è stato convocato, con fax allegato agli atti, in data odierna il rappresentante delle associazioni di tutela degli animali che non è presente alla visione (...) La seconda edizione del film riproposta alla commissione di revisione è stata alleggerita da quelle scene che potevano essere definite erotiche, con ben sei tagli della pellicola per un totale di 2 minuti e 17 secondi. La commissione, visionati i tagli effettuati e visionato l'intero film ha deliberato all'unanimità per il rilascio del nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto ai minori di anni 14. Anche se il film è stato privato delle scene più scabrose e sebbene siano trascorsi 36 anni dall'uscita della prima edizione, la narrazione e le sequenze filmiche contengono scene violente e di nudo femminile, non adatti ad un pubblico composto da minori di 14 anni."
NOTA
[1] Dal sito "Italia Taglia".
Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici: Ivana Novak
"Il coraggio consiste tuttavia nell'accettare di fuggire piuttosto che vivere quietamente e ipocritamente in falsi rifugi."
(Maurice Blanchot)
Io monaca... per tre carogne e sette peccatrici: manifesto dell'edizione americana
F.P. 11/03/2023 - Versione (cut) visionata su Amazon Prime Video in lingua italiana (durata: 88'23")
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