Regia di Renato Castellani vedi scheda film
Quando la Rai faceva le fiction come si deve: qualità cinematografica e alto valore culturale.
Mi aspettavo un polpettone pan-europeo, con grandi mezzi, costumi, scenografie, e poca sostanza, ma mi sono trovato davanti ad un esempio della migliore televisione d'epoca (nei due sensi del termine).
Del resto il regista Renato Castellani ha il suo posto non piccolo nella storia del cinema italiano, e qui non ha lavorato certo con poca convinzione e solo per l'assegno.
Castellani trova infatti uno stile originale che ricorda vagamente il moderno docu-fiction, e dico vagamente per fortuna, perché oggi viene spesso usato in modo furbesco e finto, magari solo per manipolare gli eventi storici raccontati. Qui, invece, assistiamo all'inserimento di stralci musicali a fianco di scene recitate, a volte come se i piani temporali si compenetrassero, e a volte come il teatro e le stanze di casa Verdi fossero attigui. E Castellani dirige con polso e precisione, sicché la narrazione non è mai noiosa.
I molti attori, italiani e non, recitano bene e in modo corale. Tra di essi vediamo la prolifica e versatile Milena Vukotich, ed altri nomi noti come Lino Capolicchio, Daria Nicolodi, e l'inossidabile Leopoldo Trieste.
Una nota di merito va data anche ai truccatori, che riescono a rendere gli stessi attori verosimilmente vecchi negli ultimi episodi della serie; oltre al fatto che il protagonista Ronald Pickup è acconciato in modo tale da essere indistinguibile dai ritratti e monumenti del vero Giuseppe Verdi.
Lo consiglio soprattutto agli estimatori e conoscitori del grande compositore italiano, ma può piacere anche ad altri.
Dalle notizie che ho raccolto, pare che in Italia la serie sia precipitata nell'oblio (nonostante questa sia la patria di Verdi, Castellani, e molti degli attori) mentre ha continuato a circolare in qualche modo all'estero. Di recente sulla televisione russa è passata una versione digitalizzata in formato originale con ottimi risultati, tanto che sembra girata adesso. Se la Rai – principale produttore della serie – mandasse qualcuno in cantina a recuperare le copia in suo possesso, e facesse circolare nuovamente l'opera, sarebbe proprio una buona idea. Tra un Sanremo e l'altro intendo.
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