Regia di Michael Mohan vedi scheda film
Ben realizzato e sopra la media per quanto riguarda gli ultimi horror satanici e di ambiente religioso degli ultimi tempi, "nunsploitation'' come dicono i cultori delle inglesismi, ha la sventura o la volontà di uscire nell'ingorgo di film attuale tra piattaforme et similia, al molto affine per ambientazione italiana e romana, oltre naturalmente che storia "Omen- L'Origine del Presagio", e di essergli anche superiore per alcune trovate registiche di inventiva horrorifica e violenta ignoranza(ma non nella fotografia, in pellicola nel nuovo "Presagio" e quindi insuperabile da questa più "digitale"). Oltre che per taluni sapienti rimandi al cinema di genere italiano degli anni '70, e ai film del filone conventuale-spaventoso.
Basti dire che in una sequenza di giochi e lavori all'aperto nella campagna si ode una ripresa de "La Dama rossa uccide sette volte" di Bruno Nicolai, e che il finale realmente pauroso nelle catacombe sotto al convento, al buio totale e rischiarate soltanto dalla luce di una torcia o di una luce a petrolio, nascondente inoltre cadaveri, la mente non può che riandare tra i tanti possibili per primi a "L'Etrusco uccide ancora", e "Paura nella città dei morti viventi".
Basta però essere consapevoli che si tratta del solito attacco concentrico e senza requie alla religione cattolica tanto programmatico e in voga di questi tempi, non che essa non sia una delle istituzioni più marce in assoluto, ma ciò che film come questo e la filosofia-propaganda che li sottende in forma di sceneggiatura e battute, personaggi, situazioni, propone non è certo qualcosa di migliore in sostituzione, ma anzi peggiore e ancora più a favore dello sradicamento e isolamento dell'individuo da ogni radice e legame, riferimento.
Fortemente misandrico, a favore dell'aborto senza sé e senza ma con l'utilizzo anche controproducente di immagini violente e ributtanti, e sempre mostrando la donna e il suo corpo come qualcosa di sfruttato, e terreno di scontro, conflitto, negazione, violenza e vendetta, non come dovrebbe essere, accoglimento e incontro.
Questi modelli come "Rosemary's baby'' ci sono sempre stati, e sono l'inevitabile pietra miliare di tutte queste filiazioni in tempo di piattaforme, ma erano fatti meglio e con più equità nei caratteri e nelle motivazioni sottili e sottintese.
Non che manchi personaggi negativi femminili, tra i tanti attori italiani presenti come Dora Romano in questo periodo molto attiva e che fa una diabolica Madre Superiora destinata a cruentissime fine,
ma è solo un secondario strumento del male manovrato da uomini, che sono l'incarnazione stessa della follia deviata dell'Istituzione concentrazionaria: il Cardinale Franco Merola interpretato dal prezzemolo Giorgio Colangeli, e l'ancora più folle pensando pure di operare come strumento del Bene Supremo Padre Sal Tedeschi. Interpretato dallo spagnolo Álvaro Morte reduce da quella pagliacciata di grande successo de "La Casa di carta".
La giovane Sydney Sweeney che già lavorò tredicenne con Carpenter in "The Ward- Il Reparto" e che già aveva lavorato con Mohan in precedenza nel 2021 in un risibile filmetto thriller a base di guardonismo e sesso scandalistico, è brava e regge l'intero film, impegnata in un notevole tour de force di urla, colluttazioni a morte e arma bianca, orrorifiche mutilazioni e sofferenze, oltre che un parto praticamente compiuto "a sola forza" nel lungo finale.
Imbarazzanti invece sarà anche perché si doppiano da sè in italiano come tutti gli attori nostrani del film, le giovani Benedetta Porcaroli/Suor Gwen e Simona Tabasco/Suor Mary.
Non potevano mancare in un prodotto del genere americano, brani edificanti come quello iniziale all'aeroporto di Roma, dei due finanzieri che fanno osservazioni complici tra loro del tipo "Guarda che spreco, guarda come è bona" con sguardo da lubrici gaglioffi persino alla bella imbarazzatissima suora, per mostrare il "catcalling'' immancabile come dicono oggi sempre i baggiani e anglofili, di ogni uomo e quindi molestatore. Figuriamoci poi se sono pure italiani.
Finale che secondo alcuni maghi della pubblicità delle piattaforme, "avrebbe dato noia e fatto arrabbiare molte persone", certo sì come no poi di questi tempi che non sono più quelli del 1968 o del 1973.
Diciamo che è invece ampiamente prevedibile dopo tutto quel che abbiamo visto e lo ha preceduto, oltre che da me scritto in precedenza. E che segue la via opposta del citato "Rosemary's Baby'', come di "Eraserhead-La Mente che cancella", e molti altri richiamabili nello stesso solco.
Ted_Bundy1979
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