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Kinds of Kindness

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Kinds of Kindness

di ANdaMI
8 stelle

La gentilezza era comunemente riconosciuta come una qualità indispensabile...Poi arrivò Yorgos Lanthimos con il suo film.

 

locandina

Kinds of Kindness (2024): locandina

 

Arriva nei cinema Kinds of Kindness, il nuovo film, questa volta a episodi, che il regista greco ha girato mentre veniva montato il precedente Povere creature! e che vede Willem Dafoe, Emma Stone e Jesse Plemons assoluti protagonisti di tre storie diverse ma accomunate (oltre che dagli stessi attori) da vari elementi, sia narrativi che visivi, e da un tema centrale che vuole a tutti i costi essere evidenziato. Dafoe era già apparso nel precedente film di Lanthimos, mentre la Stone è ormai diventata una presenza fissa dai tempi di La favorita. Non è un caso che sia stata confermata la sua partecipazione anche al futuro film del cineasta, previsto per il 2025. La sceneggiatura è di Lanthimos stesso e di Efthymis Filippou. I due avevano già lavorato insieme per DogtoothAlpsThe LobsterIl sacrificio del cervo sacro. Il primo episodio del film racconta di un datore di lavoro freddo e manipolatore che organizza nei dettagli la vita e le scelte personali di un suo impiegato fino a spingerlo al limite. Il secondo vede un poliziotto paranoico convinto che sua moglie, da tempo dispersa in mare e che ora è tornata, non sia in realtà sua moglie. Il terzo e ultimo narra le vicende dei membri di una setta che vagano alla ricerca del loro messia.

 

Kinds of Kindness (2024): Teaser ufficiale italiano

 

Con una regia e una messa in scena molto più vicine a The Lobster che non ai film hollywoodiani più recenti, Lanthimos vuole parlarci di rapporti umani nella declinazione affettiva del termine. Si parla di amore sì, ma in una delle sue forme peggiori. Le relazioni tra i vari personaggi del film sono a dir poco tossiche e si reggono su manipolazione e sfruttamento. Ciò che guida le vittime delle varie vicende è il bisogno morboso di compiacere a tutti i costi il proprio oggetto amoroso, cosa che sfocia in legami perversi, insani e ai limiti dell'assurdo. L'assurdità e il grottesco sono sempre stati il marchio di fabbrica di questo talentuoso regista e anche questa volta non ci delude affatto. Il film non minimizza mai la violenza, né quella fisica né quella psicologica ma le esibisce in un crescendo irrefrenabile che peggiora di episodio in episodio. Le ferite dell'anima e del corpo procedono di pari passo con una sessualità libertina che potrebbe scandalizzare chi ancora crede che la società si regga su principi etici ferrei e non sulla soppressione di istinti primordiali che molti scelgono in tutta libertà di assecondare. Non si intende qui escludere a priori la voglia di Lanthimos di giocare con immagini scioccanti, bensì sottolineare l'esistenza di un pensiero che l'autore intende porre alla nostra attenzione. Tutti vogliamo essere amati e desiderati, temiamo l'abbandono e la solitudine, ci affidiamo al nostro partner perché siamo animali sociali. Ma cosa succede quando il nostro amore non ci rispetta, ci sfrutta, ci respinge, ci fa del male? Beh, il perseguire la kindness (gentilezza) si rivela doloroso e talvolta fatale. E alla fine, resteranno solo lacrime e sangue. Con questa idea in testa, Lanthimos concede ampio spazio agli attori. Vi si affida per le innegabili doti recitative, tutti promossi ma senza eccessi di bravura, e li posiziona in spazi spesso vuoti atti a contenere loro e il malessere che li accompagna. Difficilmente si notano comparse, tutti gli occhi (o meglio, le inquadrature) sono per loro. Non si può fare a meno di notare, per tutto lo scorrere delle quasi tre ore di durata, l'utilizzo di schemi ricorrenti, come le musiche o l'uso mirato del bianco e nero, ma ce ne sarebbero molte altre che qui non si vuole rivelare. Se da un lato ciò collega gli episodi fornendo loro un comune denominatore, stimolando quasi la caccia alla somiglianza, dall'altro ciò potrebbe risultare ripetitivo per determinati spettatori, ma vale comunque la pena di correre il rischio, perché Lanthimos sa bene come stimolare l'attenzione e non concede quasi mai momenti morti. Molto carina, poi, la grafica dei titoli scelta per il film. Kinds of kindness è una pellicola dai contenuti sensibili ma che tratta un tema sempre attuale e lo fa con uno stile inconfondibile, quello di un regista kafkiano che, smorzati i toni umoristici degli ultimi due film, ci regala uno spettacolo ben realizzato e consigliabile. E comunque sì, il balletto di Emma Stone che spopola nei trailer è davvero simpatico.

 

 

 

 

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