Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film
AL CINEMA - FESTIVAL DI CANNES 77 - CONCORSO - PREMIO MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE A JESSE PLEMONS
L'idea in fondo non è male: tre storie bizzarre con un personaggio secondario che fa da sfondo e da collegamento a tre situazioni molto sopra le righe, e un cast di 5/6 attori che si ritrovano ogni volta ad interpretare personaggi e ruoli differenti in ognuno dei tre episodi.
Il giovane Robert vive sotto stretto comando di Raymond, di cui esaudisce ogni richiesta, salvo titubare quando gli viene chiesto di investire un tale conosciuto come R.M.F..
Per questo motivo l'intesa tra i due si interrompe e ne viene beneficiata una nuova tuttofare di nome Rita; almeno finché Robert non trovi la forza per riscattarsi quando tutto sembra perduto. Nel secondo il giovane poliziotto Daniel è in ansia per la scomparsa della moglie, perdutasi a seguito del naufragio di una barca che la portava in una ricognizione marina.
Quando la moglie viene trovata, l'uomo si convince che ella non sia in realtà lei ma una sosia con intenzioni truffaldine.
Saprà metterla alla prova, dando sfogo a certi interessi cannibali verso cui il suo corpo e la sua anima si stanno dirigendo. Nel terzo ed ultimo due adepti di una setta fanatica di risurrezione, sta cercando un nuovo messia che sappia ridare la vita ai morti.
Su istruzioni del capo della setta, i due si mettono sulle tracce di una brava e bella veterinaria, gemella superstite dopo la morte della sorella.
Costei dovrebbe avere i requisiti per poter essere la prescelta, ma, sul più bello, la guida troppo eccitata della giovane impulsiva ricercatrice, finirà per arrecare un danno devastante dalle sorti della setta.
Il regista del momento, ovvero il greco Yorgos Lanthimos, produce, scrive e dirige a pochi mesi dal successo di critica e pubblico rappresentato dalla penultima fatica premiata ai lidi veneziani, ovvero Povere Creature!, un nuovo film verso cui tutti nutrono pressanti e positive aspettative.
Con lo zampino dello storico sceneggiatore dei controversi, ma assai notevoli Kynodontas e di Alps, ovvero di Efthymis Filippou, il cinesta de La Favorita torna a trattare i disagi comportamentali dei suoi primi straordinari film citati, ma con significative e per nulla trascurabili differenze.
Stavolta le tre bislacche storie funzionano pochissimo, complice forse anche una ambientazione americana che provoca sradicamento e non risulta pertinente ed ideale come risultavano le location dei citati film in terra natia.
E, lo si ammetta per una volta, all'interno di ogni vicenda si raccontano tante, troppe stupidaggini, che si sviluppano tra personaggi sopra le righe e una sensazione di autoreferenzialità esibita e spesso senza costrutto.
Gratuita, per nulla necessaria o impellente. Kinds of kindness è infatti un film piuttosto fine a se stesso, compiaciuto delle stramberie che racconta, pieno zeppo di sciocchezze, molto pieno di sé, presuntuoso e pretestuoso.
Certo poi tecnicamente Lanthimos ci sa fare, ne più né meno che nelevfelici occasioni precedenti di cui è costellata la sua carriera di regista osannato e riverito. Un cineasta che sa dirigere con stile e polso, oltre che organizzare il proprio lavoro in modo impeccabile.
Nel cast, che annovera star assolute del calibro di Emma Stone, William Dafoe (recidivi e diabolici più che mai, ma anche stucchevoli) e un magnifico e sconcertante Jesse Plemons impegnato a cambiare radicalmente, anche fisicamente e strutturalmente, da episodio ad episodio, rendendosi protagonista di una vera metamorfosi.
Il premio per lui a Cannes come migliore interprete maschile è appropriato ed azzeccato, ma il film, al contrario, si rivela, per la prima volta con questo autore, un prodotto indifendibile.
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