Regia di Penny Marshall vedi scheda film
Ritratto di Beverly Donofrio dai 15 ai 35 anni. Dal 1965, dal Connecticut a New York e al libro autobiografico, che sta per essere pubblicato, sulle ambizioni letterarie, le disillusioni, la maternità, la famiglia d’origine, quella di transito (matrimonio per una gravidanza non desiderata nell’adolescenza, casa popolare, marito inadeguato) e quella azzerata nel finale con un figlio che sceglie finalmente l’Università da frequentare e il padre poliziotto che le offre un passaggio in macchina e possono, così, cantare insieme una canzone. I flashback si susseguono per legare quei quattro o cinque giorni che secondo la Donofrio sono quelli che determinano tutto. Bev è un personaggio femminile vitale e sconclusionato e Drew Barrymore, al più importante tour de force anagrafico della sua carriera, non riesce a dominarlo. La sceneggiatura è disordinata e la regista Penny Marshall si conferma modesta. Ci sono momenti buoni, ma l’organizzazione dell’insieme non funziona. Il doppio registro del pathos e dell’umorismo collabora a tenere lo spettatore fuori testo tra vicenda privata, ispirata a fatti reali, e citazione di brandelli di un’epoca.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta