Regia di Gene Stupnitsky vedi scheda film
Molto più intelligente di quanto possa sembrare, Fidanzata in affitto (in originale No Hard Feelings, che tradotto vuol dire "senza rancore") è una commedia pura e semplice, di quelle che si facevano una volta, e che, dietro alle palesi vibes maledettamente anni’90, i suoi bollenti spiriti (!) e alle suggestioni di un vero annuncio (!!) che ha ispirato il regista, Gene Stupnitsky, tra gli autori di The Office e autore anche del soggetto e della sceneggiatura del film insieme a John Phillips, viene completamente costruita sulla performance di una (in molti sensi) “strabordante” Jennifer Lawrence.
Seppur piuttosto semplice e lineare, soprattutto a livello strutturale, il film non rinuncia ad essere anche smaliziato e provocatorio, ispirandosi a opere come Quarant'anni vergine o a Bad Teacher, di cui era regista lo stesso Stupnitsky. e trovando la propria ragione d’essere nell’estemporaneità dei toni e delle goliardate, nelle location, per una volta lontane dalla solita metropoli americana, e per il peso di alcune scelte, di certe svolte o per i personaggi arrivando anche a rompere qualche schema o a demolire qualche certezza, non omologandosi (ma, anzi, demolendolo in parte) al nuovo puritanesimo americano, spingendo molto sull’emancipazione femminile (ma non in modo propriamente canonico) a affiancandola a diverse prese in giro della (ricca?) Generazione Z, tra immaturità e tic che sembrano però aver contagiato anche i genitori, fin troppo ansiosi di apparire moderni e giovanili, al passo coi tempi e con una retorica che non permette sconti a nessuno.
Divertente e divertito, è un ritorno a quando le commedie erano avulse dalla paura di esagerare o, peggio ancora, di dover rassicurare a qualsiasi costo, mostrandosi, al contrario, anche coraggiosa e, spesso, imprevedibile alternando momenti da fuori di testa ad altri genuinamente toccanti, seppur sempre con un tocco abbastanza cinico (o beffardo).
Il cuore del film rimane comunque l’interpretazione di Jennifer Lawrence, seppur affiancato dall’ottimo Andrew Barth Feldman, che gioca con uno spettro di emozioni, dalla seduzione alla rabbia, continuamente in evoluzione, mettendosi anche (a nudo?) in gioco e mostrandosi in modi del tutto inediti, con una presenza scenica e una freschezza tale da reggere, praticamente da sola, l’intera pellicola.
Nel cast annoveriamo anche Matthew Broderick, Laura Benanti, Natalie Morales, Scott MacArthur e Ebon Moss-Bachrach.
Una commedia fresca e molto (forse troppo?) estiva, naturalmente non rivoluzionaria ma che ha il pregio di dimostrare che a Hollywood, per fortuna, c’è ancora qualcuno disposto a non allinearsi (troppo), che punti ancora sulle idee (anche quelle un pò balzane), che abbia (ancora) voglia di rompere qualche schema e/o che si rifiuti comunque di omologarsi alla noia del politicamente corretto.
Ogni tanto ci vuole.
VOTO: 7
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