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Fidanzata in affitto

Regia di Gene Stupnitsky vedi scheda film

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La recensione su Fidanzata in affitto

di mck
7 stelle

Eternal Sunshine of the Spotless Bulbo-Urethral Gland.

 

Io sarei anche stufo di avere sempre ragione (no, scherzo: non ci si stanca, mai), epperò dopo “Good Boys” avevo pronosticato un discreto futuro cinematografico per Gene Stupnitsky (che anche qui, oltre a dirigere, sceneggia, ma non col collaboratore di sempre, Lee Eisenberg, col quale aveva scritto anche “Year One”, bensì col John Phillips di “Dirty Grandpa”) e questo “No Hard Feelings” (ovvero “senza rancore”) è lì a dimostrare che… Bravi, indovinato.

 


L’alchimia tra Jennifer “fucking monster” Lawrence (“Winter’s Bone”, “Silver Linings Playbook”, “American Hustle”, “Joy”, “Mother!”, “Don’t Look Up!”, “CauseWay”) e Andrew Barth Feldman [ottimamente gestito, realizzato ed interpretato il momento in cui (non per lo sbilenco sverginamento “interno cosce”, ma per il tradimento morale subìto) cresce e diventa adulto] funziona, grazie soprattutto - giocoforza (della Natura) - a lei (che, avendo compiuto 29 anni l'anno scorso¹, oggi ne ha? Giusto 32, esatto! Beh, ormai 33...).

 

¹Come dice Lucia Mascino in "Amleto²" di Filippo Timi: "Basta! Basta! Sono 6 anni che compio 29 anni!"

 


Completano il davvero buon cast un angelicamente alainelkannico Matthew Broderick (“WarGames”, “LadyHawke”, “Election”), un’ipermammica Laura Benanti (“Nurse Jackie”), una splendente Natalie Morales (“Santa Clarita Diet”, “Plan B”), uno strafattonico bigwednesdayco Scott MacArthur (“El Camino: A Breaking Bad Movie”) e l’avvocato dei surfisti Zahn McClarnon (“LongMire”, “Fargo 2”, “WestWorld”). Fotografia di Eigil Bryld (“In Bruges”, “Crisis in Six Scenes”), montaggio - che ogni tanto inventa qualcosa, e a volte riuscendoci - di Brent White (“BookSmart”) e musiche di Mychael Danna & Jessica Rose Weiss, con in più, “ManEater” a parte (e al piano), Sniff ‘n’ the Tears (“Driver’s Seat”), Phantogram (“Black Out Days”, nella versione remixata dai Future Islands) e Bob Seger & the Silver Bullett Band (“You’ll Accomp’ny Me”).

 

 

“Ode” (matria, ché la lettera “patria” finisce nel fuoco) a Montauk (si fotta la Florida, viva la California): Eternal Sunshine of the Spotless Bulbo-Urethral Gland (oltre al Gondry/Kaufman, “the Affair”).

 

* * * (¼) ½ - 6.875   

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