Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Anche Herzog ha fama di pazzo genialoide, ma non è niente in confronto agli accessi di pura follia di Kinski, che se la prendeva un po' con tutti. Ne esce il ritratto di un essere umano con tratti quasi animaleschi, ma più spesso con un animale che ogni tanto aveva dei comportamenti umani. Kinski, descritto da Herzog, ne esce come un titano dell'egocentrismo ("egomaniaco", lo definisce), ma anche come un bravissimo attore, autodidatta, i cui impeti di pazzia sono spesso risultati funzionali alle scene drammatiche girate. Con Herzog, Kinski si è trovato spesso a girare film in situazione di estremo pericolo ("Aguirre furore di Dio" e "Fitzcarraldo" furono veramente imprese provanti), dimostrando, secondo la sua natura contraddittoria un grande coraggio e un'altrettanto grande vigliaccheria. Il film che ne risulta, ora commovente ora comico, è uno dei migliori e dei più sentiti dell'ultimo Herzog, che, con una narrazione pacatissima e affascinante, racconta di un rapporto sia professionale che umano durato per oltre trent'anni e che ha lasciato in chi è rimasto un profondo senso di vuoto, tanto che il regista bavarese ha raramente utilizzato attori nei suoi film successivi alla morte di Kinski, avvenuta nel 1991. Kinski, il mio nemico più caro è, però, innanzitutto, un grandissimo film sull'amicizia. (25 gennaio 2008)
Il regista Werner Herzog rivive e rivela il suo rapporto di vero e proprio amore/odio con il suo amico e interprete preferito Klaus Kinski, un pazzoide prestato al cinema, ma anche un grande attore, perfetto per i film titanici del cineasta tedesco.
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