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Alì

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su Alì

di emil
10 stelle

Alì Bomaye!!

 

Ci sono stati grandi campioni nella boxe, sportivi memorabili capaci di aggiornare statistiche su statistiche. Poi ci sono le leggende, uomini che trascendono e sconfinano dal loro ruolo, che vanno oltre divenendo simbolo di qualcosa di più grande, che incarnano i valori di un intera comunità e forse di mondo.

Ecco, Michael Mann non perde mai di vista questa tesi di fondo nel girare uno dei suoi capolavori più incompresi, “Alì”, impagabile ritratto dentro e soprattutto fuori dal ring, di una delle più grandi personalità di tutti i tempi.

Il film racconta un decennio di vita del pugile afroamericano, dalla conquista del titolo contro Sonny Liston passando per l’amicizia con Malcom X, la conversione all’islam ed il rifiuto di andare in guerra in Vietnam con conseguente privazione del titolo e squalifica, fino alla riconquista dello stesso nel mitico incontro contro George Foreman , il “Rumble in the Jungle”, disputato in  Zaire.

In mezzo il solito gigantesco Michael Mann, regista che si prende tutto il tempo per descrivere e sorprendere, attento ai personaggi e alle loro storie. Tutti gli interpreti sono ben diretti e lasciano il segno, pulsano dentro lo schermo (Jon Voight trasfigurato è fenomenale, cosi come Ron Silver e Jamie Foxx), Will Smith forse meritava l’Oscar.

Ma nel film ci sono pezzi di bravura memorabili.

Il comparto tecnico è impressionante, fra montaggio e fotografia ( Lubezki) non si sa a chi dare i resti, gli incontri sono meravigliosi balletti coreografati e riprodotti quasi alla perfezione scanditi dal rumore sordo dei guantoni sui corpi: quando poi fra un jab ed un movimento di macchina si innesta la musica (il brano “Tomorrow” di Salif Keita” come nell’ultimo magnifico rallenty) allora per l’ennesima volta si deve solo dire grazie.

E poi l’incipit magnifico alternato sul medley di Sam Cook. E poi l’arrivo in Zaire e la corsa fra le strade polverose di Kinshasa e l’abbraccio di un intero popolo.

E poi e poi e poi...

Brividi che volano via sulla pelle al grido “Alì bomaye”.

 

Capolavoro

 

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