Regia di Michael Mann vedi scheda film
E' forse il film più sfortunato di Michael Mann,e sicuramente una delle delusioni commerciali di questa decade,nonostante la forte campagna che lo annunciava,e i discreti ma non esaltanti introiti al box-office.Ma "Alì" è un'opera cinematografica di valore straordinario,una biografia che va oltre il resoconto del vissuto di un grande personaggio per parlare di altri temi importanti ,condensandoli in due ore e mezza di cinema di alto livello.Interpretato in modo impeccabile da Will Smith(scommessa vinta per Mann,arrischiandolo in un ruolo che lo muta fisicamente) e da un cast convincente dal primo all'ultimo fotogramma,il film inquadra la vita di Muhammed Alì dall'affermazione al rilancio ,venuto dopo anni difficili,in Zaire contro George Foreman,passando per l'entrata nella Nazione Islamica,il duro equilibrio vitale nella giostra speculatrice di managers e offerte ,i suoi non facili rapporti con le donne della sua vita,il rifiuto a prestar servizio militare per la guerra in Vietnam e il conseguente,iniquo,sottrargli la corona di campione mondiale.Tutto questo è reso con maestria registica da Mann,che cura con grazia e possanza gli incontri di pugilato più importanti fino a renderli trascinanti:da acquisto la colonna sonora,fondamentale per dar forza alla già cospicua bellezza delle immagini.Il regista di "Heat" si spinge anche più in là:nella commovente sequenza della corsa di allenamento di Alì tra la gente in Zaire,dà luogo a una presa di coscienza del boxeur dal sapore antropologico, contemporaneamente mettendo il Campione davanti alla responsabilità di essere un portatore di speranza per gente che non ha altro in cui credere(in questi giorni ,con avidi e viziatissimi calciatori alla ribalta per certi giochi sporchi,la cosa assume ancor più significato) e riconduce l'Uomo alle sue inestinguibili radici.Se tutto ciò può far sentire il cuore gonfio d'emozione,ben venga.
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