Trama
Cassius Marcellus non è uno studente modello e giovanissimo abbandona la scuola. La vita di strada è dura e il giovane Cassius se ne accorge subito. Sconvolto per aver subito il furto della bicicletta si rivolge a un poliziotto che, a tempo perso, fa l'allenatore di boxe. È sul quadrato che Cassius scopre di avere un talento naturale per combattere. Arriva il 1964. Cassius affronta da campione olimpico Sonny Liston e vince. Nel frattempo in America scoppiano le tensioni razziali e Cassius, affascinato dalle teorie di Malcolm X, abbraccia l'Islam cambia nome diventando Muhammad Alì.
Note
"Alì", che non è una cinebiografia come potrebbe apparire, pur mettendo in scena gli avvenimenti della storia di Muhammad Alì nella decade '64-'74 con adesione maniacale a fatti, persone e luoghi, sconvolge per la monumentalità dello sguardo e del respiro, tipicamente manniani. Dentro "Alì" c'è la paura dei cambiamenti in atto, rivoluzionari e mai finiti, del contesto e della personalità, come "Strade violente" fino a "The Insider". E Mann ce la fa vedere e sentire, quella paura, attaccandosi, come sempre, ai personaggi, ai loro volti, guardando nei loro occhi, con uno stile inconfondibile, unico, fatto di sfocature, angoli, ralenti. Ci sono momenti di inaudita forma cinematografica, pura perfezione linguistica: i dieci minuti iniziali, incredibili, con un medley di brani di Sam Cooke/David Elliott; il primo incontro sul ring con Liston; un paio di leggerissimi movimenti al ralenti nel "Rumble in the Jungle" finale con Foreman, che lasciano a bocca aperta.
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Commenti (13) vedi tutti
Coerentemente con la sua filmografia, Mann plasma la figura di Muhammad Alì e lo rende un altro tassello della sua galleria di antieroi imperfetti ma determinati, animati da un idealismo che inevitabilmente li mette in conflitto con la società: più convenzionale e meno stratificato rispetto ad altri lavori del regista, ma comunque valido. Voto 7,5
commento di rickdeckardCapolavoro. Secondo Mereghetti, manca la scintilla necessaria per esserlo. Ma dategli un pugno alla pari del papagno dato a Chris Rock da Smith.
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoirL'EMBLEMA DELLA LEALTA' NELLO SPORT
leggi la recensione completa di nibaccoAlì Bomaye!!
leggi la recensione completa di emilNessun Vietcong mi ha mai chiamato negro!
leggi la recensione completa di champagne17
commento di arcarsenalUn prodotto ben confezionato ma si avverte la sensazione che manchi qualcosa. Will Smith, poi, non ha lo spessore per interpretare Alì.
commento di sonicyouth8/10
commento di alex77Buono ma non migliore dei più recenti "Million Dollar Baby" o "Cinderella Man", stupisce per le splendide interpretazioni e per la ricostruzione della Storia con la S maiuscola.
commento di EwanOttimo film di pugilato, a metà tra fiction e documentario. Micheal Mann come al solito ama parlare di uomini e delle loro vite. I personaggi sono curati benissimo, anche se non siamo ai livelli di Heat, Collateral e del bellissimo Insider.
commento di Leone187bel ritratto di una personaggio che è stato protagonista assoluto della boxe. molto curato e attento, l'unico neo è forse l'eccessiva durata.
commento di carpaMagistrale racconto emotivo di uno stralcio di vita famosa. L'impronta di Mann è conturbante nell'espressività e nella perfezione. Memorabili alcune parti del film. (8)
commento di KAMANnon il miglior fil sulla boxe(toro scatenato è unico) ma sicuramente di notevole pregio e fattura, le soggettive sul ring sono fenomeli
commento di Dr.Lynch