Regia di Eduardo Brito vedi scheda film
Preparativi per un commiato, ovvero: "Omnia tamquam mortales timetis, omnia tamquam inmortales concupiscitis." (Come mortali temete tutto, come immortali desiderate tutto.) - Seneca, "Sulla Brevità della Vita", 49 d.C. (dai "Dialoghi", 64 d.C.).
Dopo una serie di cortometraggi Eduardo Brito (1977), sotto l’egida di Paulo Branco (1950), debutta sulla lunga distanza con questo “A Sibila”, la messa in atto di una sistematica eradicazione d’ogni sorta di speranza, adattando egli stesso (mentre l’implacabilmente limpida e profonda fotografia è di Mário Castanheira, il crudelmente naturalistico e preciso montaggio è di Tiago Augusto e Tomás Baltazar e le ottime musiche sono di Athena Corcoran-Tadd, accompagnata dalla partita n. 2 per pianoforte in do minore, BWV 826, di Johann Sebastian Bach) l’omonimo romanzo d’esordio del 1954 di Agustina Bessa-Luís (1922-2019), autrice già trasposta in molte occasioni al cinema da Manoel De Oliveira (1908-2015), e il film infatti potrebbe dirsi quale un lavoro complementare e corollario rispetto a “O Gebo e A Sombra”, l’ultima opera del maestro di Porto sul Douro che, tratta dall’omonimo dramma in 4 atti del 1923 di Raul Brandão (1867-1930), è ambientata pressappoco al centro del mezzo secolo abbondante...
...a cavallo fra XIX e XX secolo, tra la fine dell’Impero Monarchico Coloniale e l’instaurazione della Prima Repubblica (una sorta di Weimar che portò a Salazar), lungo il quale si svolgono i destini (interpretati da Maria João Pinho - d’un’esattezza tragica impressionante - e Joana Ribeiro) narrati in “A Sibila” e incentrati sul feroce accumulo fine a sé stesso tanto di denaro liquido, frusciante e sonante quanto di proprietà immobiliari e terriere: sterile eredità materiale, “terribile, estenuante lascito d’aspirazione umana” che le giovani generazioni di grado secondario o acquisite (quella di mezzo, diretta, s’è estinta, dispersa o non è, mai, nata) dovranno riuscire a non sperperare né frazionare, valorizzandolo e facendolo rinascere e risorgere riempiendo le mura e i dintorni con qualche cosa che rassomigli alla vita, e intanto gli scuri si serrano sul mondo, in attesa che passino questi tempi nuovi, nati orfani da chi non seppe che fare della propria esistenza.
Preparativi per un Commiato, ovvero: "Omnia tamquam mortales timetis, omnia tamquam inmortales concupiscitis." (Come mortali temete tutto, come immortali desiderate tutto.) - Seneca, "Sulla Brevità della Vita", 49 d.C. (dai "Dialoghi", 64 d.C.).
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