Regia di Pitof (Jean-Christophe Comar ) vedi scheda film
Se c'è una cosa che odio sono gli esercizi di stile fastidiosi, gli intrecci narrativi privi di un adeguato approfondimento. Questo è un film standard, pertanto adatto al pubblico medio.
"Vidocq-La maschera senza volto" è tutto questo e c'è solo un po' di più, la location completamente artificiale di una Parigi ottocentesca, ricostruita con una CGI satura e suggestiva che è decisamente l'aspetto migliore del film. Ma poi il nulla..
Parigi 1830: il protagonista di questo curioso esperimento è l'investigatore Vidocq, personaggio ispirato alla figura storica di Eugène-François Vidocq (1775-1857), interpretato da un grassoccio ma caparbio Gérard Depardieu qui alle prese con dei misteriosi omicidi "fulminanti". Tre borghesi sono stati uccisi, Belmont (Jean-Pol Dubois), Veraldi (André Penvern), Lafitte (Gilles Arbona). Il Prefetto Lautrennes (André Dussollier) teme il peggio: un insurrezione popolare contro le riforme di Carlo X. Vuole che ad occuparsi del caso sia proprio l'ex galeotto diventato uno dei migliori investigatori di tutta la Francia. Vidocq accetta l'incarico a patto di una cospiqua somma di denaro ma finirà per soccombere al nemico, una leggenda metropolitana. Un fantasma folcloristico che si aggira nel quartiere del tempio, il suo "volto di specchio" si nutre dell'anima delle sue vittime..
Vidocq è morto e il fido assistente Nimier (Moussa Maaskri) non riesce a crederci.
Un impertinente scribacchino bussa insistente alla porta dello studio. Chiede a Nimier informazioni sulla morte di Vidocq, dice di essere il biografico personale del famoso investigare, Ètienne Boisset (Guillaume Canet), e di voler scoprire l'assassino per completare la sua biografia. Nimier si lascia convincere e racconta come tutta la vicenda ha avuto inizio..
I primi quaranta minuti promettono bene prima di sprofondare sulle classiche alterazioni sceneggiaturiali tipiche di un genere ricorrente.
Pitof dirige questo film con l'aiuto dello sceneggiatore Jean-Christopher Grangé, dove poliziesco e fantasy si scontrano in maniera disimogenea su un montaggio il più delle volte frenetico, particolaggiato da delle riprese inusuali sui volti degli attori in primissimo piano. La leggenda del mostro non è contemplata, approfondita come doveva. La sceneggiatura fin troppo arzigogolata pecca di inutile complessità e ben poca credibilità, ma allo stesso tempo si dimostra prevedibile e banale. Il tutto accompagnato con logiche di trama forzate. Il regista, e forse ancor di più la produzione, hanno giocato la carta jolly degli effetti speciali per stupire e facilitare gli incassi al botteghino. Probabilmente ci hanno visto giusto ma il film, a parte la meravigliosa visione del petto nudo dell'attrice Edith Scop, resta piuttosto deludente.
2-3/10
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