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I 13 spettri

Regia di Steve Beck vedi scheda film

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La recensione su I 13 spettri

di Stefano L
5 stelle

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Remake di un'opera del 1960 di William Castle, che quasi nessuno probabilmente ha visto, “13 Ghosts” di Steve Beck si avvia in maniera caotica, mostrandoci una sorta di cacciatore di anime, Cyrus Kriticos, ovvero F. Murray Abraham, e il suo collaboratore Dennis Rafkin (Matthew Lilllard), assistere ad un massacro di una squadra incaricata d'acchiappare lo spirito di “Juggernaut”. La scena si sposta così in un nido familiare composto dal padre Arthur (Tony Shalhoub) e i due figli, i quali, dopo un incendio in cui la moglie ha perso la vita e la casa è stata distrutta, vengono avvisati da un agente immobiliare di aver ereditato una magione enorme dallo zio, cioè Cyrus. Sfortunatamente si scopre che quell'arcano posto è un ingranaggio infernale; attivato accidentalmente, libera dodici fantasmi assassini. A intervenire per il loro salvataggio è proprio lo stesso seguace di Cyrus, Dennis; prostrato dai sensi di colpa e munito di occhiali speciali cercherà di portarli fuori da quella trappola meccanica, ove verranno scoperti i veri intenti del malefico proprietario… La vicenda si allarga, e lo sviluppo del plot diventa indigesto, straripante di elementi superflui, finché non si perde totalmente interesse, e ci si concentra sui feroci attacchi degli spettri. Questi hanno un design grossolano, che a tratti si potrebbe definire persino tamarro, però concedono comunque qualche frammento gore piuttosto violento che gli appassionati non disdegneranno. Purtroppo è nel lato artistico che “13 Ghosts” sembra insoddisfacente. Infatti la recitazione si mantiene mediocre e sulle righe, la fotografia non convince (il livello alto di illuminazione e i colori eccessivamente pronunciati, nonché sciatti, non si adattano ad un horror), e il montaggio frastornante e poco coerente, anche se magari non porta alle convulsioni (qualcuno ha avvisato del rischio!), alla lunga si rivela disorientante, così come sfianca il sonoro inutilmente stordente. C’è qualche picco di suspense e il ritmo, stranamente, presenta solo sporadici cedimenti, ma a causa della piattezza dei personaggi, delle parti melensi (chiusa compresa), e dell’incapacità di intrattenere omogeneamente, questo prodotto non raggiunge la sufficienza. Possiamo pure attendere un altro rifacimento.

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