Regia di James Mangold vedi scheda film
Attraverso un portale che passa le epoche, uno stralunato inventore (Schreiber) arriva nel 1876. Viene visto dal duca Leopold Alexis Mountbatten (Jackman), che, nell'inseguirlo, finisce ai giorni d'oggi (o quasi), con tutto il corto circuito cognitivo che ciò comporta. Il duca presta il suo viso e i suoi modi garbati alla pubblicità di un pessimo prodotto alimentare e si innamora della ex dello scienziato (Ryan), la quale ovviamente non crede che lui possa davvero venire da un'altra epoca.
Dato lo spunto di partenza, Mangold, altrove mostratosi regista di valore (Dolly's restaurant, Quando l'amore brucia l'anima), avrebbe potuto ottenere molto di più da un film del genere, che rimane lontanissimo dal primo Ritorno al futuro. Tutto si condensa in un'operetta sentimentale prevedibilissima, corredata da una fiacca critica al presente e da attori quasi tutti fuori parte, con Meg Ryan che quando sarà prossima al secolo di vita continuerà a sfoggiare le sue mossette da 14enne.
Applauso per la versione italiana dei dialoghi, che ha sostituito la Bohème (1896) con la Traviata. Una svista in fase di sceneggiatura che la dice lunga sull'impegno messo nella scrittura del film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta