Regia di Federica Pontremoli vedi scheda film
Tre donne, la maternità. Ansie, desideri, sogni, incubi. Una ragazza rimane incinta dopo un rapporto occasionale con un ricco avvocato; sua madre, intanto, aspetta un bambino dal suo compagno (che non è il padre della ragazza); l’avvocato e sua moglie tentano di adottare un bambino sloveno. Un’attesa si conclude felicemente, un’altra tragicamente, un’altra in modo strano. Bella l’idea di raffigurare Dio (o chi per lui) come una vecchietta alla Agatha Christie che inventa bislacchi intrecci per la vita della gente. L’esordio di Federica Pontremoli è un piccolo film molto femminile (non femminista), non disprezzabile, con tre difetti: è molto esile, ha nel finale una svolta drammatica eccessiva che rischia di distruggere la fragile impalcatura fin lì costruita, e ha un’attrice protagonista (Michela Noonan) straniera. Quest’ultima non è una notazione leghista (l’attrice è brava), ma perché è stata scelta un’interprete di lingua non italiana per poi doppiarla (maluccio) in un ruolo che richiede lunghi monologhi recitati in primissimo piano? Misteri del casting. Perché si intitola “Quore”? Altro mistero.
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