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Gosford Park

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Gosford Park

di Paul Hackett
6 stelle

Innanzitutto devo confessare una mia, personale e del tutto soggettiva, idiosincrasia (vabbe'... una delle tante): non ho mai amato i film di Robert Altman. In linea di massima credo che la mia insofferenza dipenda dal fatto che di solito malsopporto le vicende corali, che ho sempre considerato troppo prolisse e dispersive, e che rappresentano la quintessenza del cinema del compianto regista americano. A questo aggiungiamo il fatto che con l'età (e il relativo indurimento delle arterie) la mia soglia di attenzione si è drammaticamente abbassata a livelli infinitesimali con la conseguenza che faccio una fatica del diavolo a memorizzare nomi e cognomi e a ricollegare le situazioni ai relativi protagonisti. Purtroppo, da quest'ultimo punto di vista, "Gosford Park" (che avevo già visto anni fa e rivisto ieri in quanto praticamente rimosso dalla memoria) si è rivelato un vero martirio, con decine di attori e una congerie di collegamenti ed intrecci che mettono a dura prova lo spettatore (specie se un po' distratto). Peccato, perché il film di Robert Altman è un'opera molto interessante: il regista americano, in trasferta sul vecchio continente, mette in scena un piccolo mondo antico un attimo prima della sua dissoluzione, la nobiltà di campagna inglese degli anni '30, con la rigida stratificazione sociale che impone a "signori" e "servi" di vivere su piani differenti (nonostante che le loro vicende si fondano e s'intreccino inestricabilmente a più riprese). Ovvio che il tema di una società divisa in classi abbia affascinato un americano come Altman, cresciuto in un paese che ha sempre fatto della meritocrazia l'unico criterio per determinare il successo e la ricchezza dell'individuo. La sceneggiatura di Julian Fellowes (vincitrice del relativo premio Oscar) è indubbiamente ben congegnata e riesce a tenere bene insieme le decine di caratteri di una impressionante mole di attori (quasi sempre bravissimi) ma forse eccede un po' nell'affastellare troppi generi diversi: si passa dalla commedia in costume di matrice teatrale alla satira, per arrivare fino al melodramma, passando addirittura attraverso un omicidio che finisce per citare, in maniera voglio sperare solo involontaria, il gioiellino comico-demenziale del 1977 "Invito a cena con delitto" (che, manco a farlo apposta, aveva tra i protagonisti Maggie Smith). Come già detto, eccellente la recitazione di un numero sterminato di bravi protagonisti, impeccabile la regia, suggestiva la cupissima, come si conviene all'ambientazione, fotografia, quasi monocromatica in toni di opprimente grigio. In definitiva "Gosford Park" è un buon film ma, francamente non esattamente adatto a tutti i palati (a cominciare dal mio, per le idiosincrasie di cui sopra) e, per questo, non riesco ad andare oltre le tre stelle.

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