Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Inquietante dall'inizio alla fine, due ore di tensione e dubbi, con due ottimi protagonisti ed una regia sempre al servizio dello spettatore, che incuriosisce, svela solo parzialmente, racconta molto di più di quanto i dialoghi e le azioni sappiano dire di per sè, scavando nei dettagli: è Hitchcock all'ennesima potenza. Qui in uno dei suoi lavori più acclamati e assolutamente a ragione: in oltre centoventi minuti di film è praticamente impossibile annoiarsi e la maestria tecnica si accompagna bene alla storia, complicata quanto basta da sosia, doppie vite, fobie, presunte presenza occulte, una vena di poliziesco nella prima metà ed una sentimentale nella parte centrale, con il disvelamento finale della trama che sembra finalmente chiudere sull'happy end: e invece i colpi di scena non sono ancora finiti, fino all'ultimo fotogramma. Intrattenimento di lusso.
Un uomo chiede ad un amico, ex agente, di sorvegliare la moglie potenziale suicida. Il pedinamento porta l'ex agente a conoscere la donna e ad innamorarsene, ricambiato. Ma lei un giorno, davanti ai suoi occhi, si butta da una torre. L'uomo, paralizzato dalla vertigini, è sconvolto; tempo dopo incontra però una sosia della donna e la questione si riapre...
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Caro Miguel, l'inizio è altamente improbabile in quanto un poliziotto simile o non sarebbe ammesso o riformato, poi ci sono una quarantina di minuti a girare per la città. Poi, e questo si sa dopo, frequenta una sosia perfette solo visivamente ma non di uguale portamento e finezza non notando nessuna differenza sostanziale. Poi tutto viene intuito per un gioiello, regalato dall'assassino, alla sosia che non ci azzecca nulla ma soltanto per l'arzigogolata trama. e dulcis in fondo un tizio che a la fobia per le altezze si sporge sul cornicione del campanile senza contare la venuta di un'anziana suora quasi contemporaneamente ai due che avevano effettuato la salita frettolosamente. Si Miguel, questo film a mio modesto parere non merita le 4 stelle le due ore sono più che di tensioni di dubbi. Pertanto lo reputo un giallo pretestuoso e mediocre effettuato da un "onorato maestro".
Che dirti, Pino? L'hai distrutto! Tra il serio e il faceto, ma hai fatto a pezzi un 'classico'. Ricordandomi che il cinema di quegli anni, per quanto professionale e artisticamente ineccepibile, difettava spesso in psicologia; molto probabilmente, questa pellicola ricade in tale casistica. Altrove, sempre in film di Hitchcock, mi ha disturbato; qui evidentemente no. Ma posso comunque capire le ragioni del tuo punto di vista.
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