Regia di John Woo vedi scheda film
Pare che le colombe di John Woo siano morte sparate dallo stesso regista in questi anni di inattività. Mentre le scene di ballo sono state mandate in soffitta dopo aver visionato una qualsiasi delle pellicole realizzate da Bong Joon-ho. Il cinema epico di “Better Tomorrow” e vari seguiti è morto e sepolto. Questo ritorno alle scene con “Silent Night – Il silenzio della vendetta” è stato deludente e tragico. Il giorno di Natale il figlioletto di Brian Godlock e Saya viene ucciso accidentalmente da due gang rivali che si sfidavano per le strade apparentemente tranquille del quartiere della famiglia. Godlock insegue le bande (l’incipit del film) e viene ferito alla gola dal feroce Playa, perdendo la voce. Da quel momento, dopo il rientro a casa, senza l’amato figlio Brian si dedica a coltivare la vendetta. Forgia il corpo per lo scontro fisico e la lotta, trasforma una vecchia auto da corsa in macchina blindata pronta per sfide di fuoco. Nel frattempo Saya si arrende e lo abbandona, la loro relazione si era ridotta a comunicare via sms. Tutto è pronto per la vendetta.
John Woo si abbandona al peggior revenge movie puntellato di morti atroci e inutilmente violente che ricordano un video game, non il grande passato di opere seminali. La descrizione delle gang e dei loro ambienti è superficiale. Il copione giustizialista e reazionario, incarnato dal protagonista (un catatonico Joel Kinnaman) è irricevibile. Se Woo pensava di sostituire l’astrazione e la poesia del suo vecchio stile con il palloncino rosso o con le palle di Natale che raffigurano i quadretti familiari ha toppato in pieno. La retorica del poliziotto che si unisce al kamikaze giustiziere della notte e del giorno è stantia e non corroborata dalla mancanza di dialogo. Quest’ultima poteva apparire una scelta originale, ben presto si rivela lacunosa e pretenziosa. Il ritmo della vendetta funziona con l’utilizzo delle musiche di Marco Beltrani e qui soltanto la mano di Woo si sente autorevole, però i ralenti non bastano più. Finale scontato e tristissimo per un “Silent Night” da dimenticare in fretta.
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