Regia di Kevin Greutert vedi scheda film
Ci si mette una X, quasi per ora...
Continua la saga di Saw l’enigmista con SAW X di Kevin Greutert, regista dei mediocri Saw VI e Saw 3D.
Dico mediocri perché, bisogna dirlo, il concept originario del primo Saw di James Wan dove lo spettatore si immedesimava tanto con il protagonista nel giocare secondo le regole macabre di Jigsaw è andato a farsi benedire sempre di più negli anni. Il tutto sostituito da una voglia matta da torture porn di vedere agonizzare la vittima dentro macchine di tortura sanguinolente. Almeno però la componente investigativa e i colpi di scena erano rimasti.
Messi però a confronto con l’8 e il 9 risultano essere grandi film thriller. Quest’ultimo non è da meno, ma rimane comunque una mezza merdina.
La storia è ambientata tra Saw e Saw 2 quando John Kramer era ancora vivo, ma malato di cancro terminale. Quando gli si presenta una possibilità di guarire da parte di una dottoressa e la sua equipe la coglie al volo, va’ in Messico, viene accolto nella struttura segreta, operato, dimesso e infine truffato. Ovviamente li prenderà tutti e li metterà tutti insieme nel suo gioco perverso.
Allora, l’idea di caratterizzare di più Kramer, il fatto che in un certo senso viene combattuta un’organizzazione che estorce denaro in cambio di nulla a persone disperate e prossime alla morte, i marchingegni usati, le scene splatter e l’inizio sono una gran figata. Il colpo di scena finale è più chiarificatore che rivelatorio e un po’ di tensione viene tenuta. Dal punto di vista medico-chirurgico parrebbe interessante, ad esempio per il filo-sega di Leonardo Gigli.
Il problema però sta nella messinscena che a volte è poco attenta nel mostrare certi personaggi chiave con twist di trama telefonati, retoriche giustiziere, a volte buoniste e nella sceneggiatura che traballa molto, anche se in pochi punti e forzata in altri, in particolare per chi è veterano dei vecchi film. Tranne che in una prova di tortura tutte le altre mi hanno fatto ridere da matti, soprattutto per la dottoressa che è sopra le righe, perfida, stronza e doppiogiochista che sembra voler stare troppo al centro dell’attenzione. Una sequenza delirante richiamerà non poco Danny Trejo dal film Machete e ho detto tutto. Non mancherà il fan service e un pizzico di fattore nostalgia.
Per quel che mi riguarda, se vogliono continuare con altri film, c’è bisogno di ritornare al vecchio concept abbandonato in chiave moderna per ridare freschezza al brand, anche perché con gli spin off ambientati nel passato si rischia di non far tornare più nemmeno il primo Saw. E se accadrà, il brand sarà ufficialmente morto…
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