Regia di Renato De Maria vedi scheda film
Bologna la Rossa digrigna i denti: prima Guccini, poi gli Skiantos e i Gaznevada, adesso Lindo Ferretti. È il mondo di quei personaggi di carta, nuvole parlanti e (soprattutto) pensanti. I fumetti di Andrea Pazienza resuscitati in carne, ossa e celluloide nel film “Paz!”, un omaggio al grande disegnatore e a una generazione che forse ha perso, forse no, di certo non si sente troppo bene. Il regista Renato De Maria, che il ’77 bolognese lo visse sulla propria pelle, evoca immagini di un’archeologia utopica che è testimonianza di esistenze brucianti, a volte anche bruciate. Un inno alla vita, alla giovinezza, fatto con coraggio. La scelta del digitale rende l’esperimento sincero e allontana qualsiasi tentazione di ruffianeria estetica. Purtroppo però, i personaggi si mangiano il racconto e non è un caso che quello definito meglio sia Fiabeschi, di fatto il più marginale nelle tavole del Paz. Questa Bologna sospesa tra il ’77 e “Apocalypse Now” (che è del 1979), rivissuta con felice intuizione attraverso uno sguardo corale (ben settanta i personaggi con almeno una battuta), fa i conti con se stessa solo fino a un certo punto, e la visione di De Maria finisce per essere edulcorata (dove sono l’eroina, e la cattiveria…?!). Peccato.
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