Regia di Edward Burns vedi scheda film
Edward Burns aspira al diploma di cineasta totale. È attore, regista, produttore, sceneggiatore in proprio o per conto di altri. I risultati di questa energia creativa, di questo eclettismo compulsivo non possono che essere interessanti e discontinui. In questo film, fresco e rilassante, girato come un falso documentario/ inchiesta televisiva con interviste e confessioni sulla perdita della verginità, sulla cronaca delle relazioni sessuali e affettive di sei personaggi in cerca di un autore (dei loro amori), il regista-attore s’incolonna nella corsia figurativa e tematica che corre tra un Woody Allen più giovanile e un Henry Jaglom meno narcisista. Sesso, bugie, tradimenti, qualche vago senso di colpa e pentimenti in una Manhattan votata alla poligamia e alla promiscuità affettiva. I protagonisti arrivano dai vari quartieri di New York (c’è anche una fanciulla scesa in città dall’Iowa), hanno vicende più o meno frastagliate alle spalle, sono single, divorziati, alle seconde nozze, vorrebbero figli o ne possono fare a meno, timidi o rapaci. Sono rappresentate, come in uno scontato censimento sociologico, molte professioni, dal dentista al portiere, dalla cameriera all’insegnante. I marciapiedi newyorchesi sono spaziosi e ventosi e ospitano volentieri questo circolo dell’amore e del flirt. Non tutte le storie, che si incrociano come da regolamento, sono stimolanti e non tutti gli attori (Stanley Tucci e Dennis Farina sono i migliori) sanno esprimere le ragioni del cuore e del sesso.
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