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Il nostro matrimonio è in crisi

Regia di Antonio Albanese vedi scheda film

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La recensione su Il nostro matrimonio è in crisi

di VRNIRO
4 stelle

Il matrimonio di Antonio (Antonio Albanese) e Alice (Aisha Cerami) ha una crisi immediata e inaspettata; il tutto si sintetizza con la frase: “Il nostro matrimonio è in crisi", che lei sbotta a poche ore dal sì. Su consiglio di un’amica si ritira in un centro stile new age, affidandosi alle cure del guru Makerbek (Shel Shapiro), per ritrovare se stessa; Antonio, smarrito, si ritrova in compagnia del mutuo, dei debiti per il viaggio di nozze e della desolazione; lui, che è un uomo mite ma di carattere, superato questo primo momento, decide di reagire; ottenendo l’indirizzo della fantomatica comunità spirituale, si sottopone in prima persona ad una terapia e tra un corso di coccole e carezze e una seduta (dolorosissima) di ippoterapia, cercherà di riportare indietro la moglie.
L’idea, nella prima parte del film, sembrerebbe anche funzionare, più per merito di Albanese, che rinuncia a gran parte del suo repertorio per dare ad Antonio una patina di tenerezza e ingenuità; nella seconda parte l’argomento è ampliato in modo assolutamente noioso, e la conclusione arriva con un finale scontato.
Il tema del film non è proprio nuovo; il cinema italiano lo ha già affrontato in chiave farsesca, sin dai tempi di "Il profeta" (1967) con Vittorio Gassman e più di recente con "Sette chili in sette giorni", "Tutta la conoscenza del mondo" o "Le sciamane".
Chi si ricorda Albanese alla domenica sera in tv, ospite spumeggiante e sublime della Gialappa, nei panni di Alex Drastico, Pierpiero e Frengo, si sarà fatto venire l’acquolina in bocca, magari pregustando un pari divertimento in platea; invece No! Non bastano un paio di trovate per fare un buon film, non basta inventarsi un “centro di autostima zen” per far ridere: qui perfino due penne estrose come Serra e Cerami devono ricorrere ai dialetti e a qualche battuta volgare per strappare una risata; non rimane che una serie di battute che non graffiano, di situazioni che non trovano esito e di dialoghi che non hanno respiro. Queste situazioni comiche, che si ritrovano nel film, si addicono di più alla coppia Boldi-De Sica, che non ad Antonio Albanese che ha sempre basato la sua comicità primariamente sul lato fisico e gestuale.

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