Regia di Federica Martino vedi scheda film
Già un titolo così mette i brividi. Se poi la fattura è al riparo da qualsiasi idea di cinema, che pensare? Praticamente impossible immaginare un pubblico per un film del genere, una sorta di “I ragazzi del muretto” virato in dramma incestuoso, col furbesco nome proprio a evocare scenari fumettistici (sì, proprio la fidanzata di Braccio di Ferro) ed echi musical trash (sì, proprio la Olivia Newton John di “Grease”). Tra disagi di periferia e dell’anima, stereotipi a gogò e camei che faranno la felicità dei ricercatori delle “vene d’oro” (l’apparizione di Gino Santercole è talmente ”scult” da far nascere persino sospetti sulla programmaticità della scelta e della “messa in scena”, chiamiamola così...), la fiction si dipana stancamente, urla quando non dovrebbe e si blocca quando avrebbe bisogno di aprirsi se non al cinema almeno alla vita. La regia amatoriale, le musiche sprecate di Andrea Morricone e il talento gettato alle ortiche di Manrico Gammarota non aiutano certo a concentrarsi sull’unico motivo di interesse del film, Carolina Felline, un volto che ci auguriamo di reincontrare altrove. Alla debuttante autrice, invece, consigliamo la frequentazione di un accelerato corso di recupero, soprattutto nella materia “emozioni” .
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