Regia di Ron Howard vedi scheda film
I biopic hollywoodiani sono tutti uguali: prendono un personaggio eccezionale e lo raccontano in modo banale. Non la scampa nessuno: da Gandhi a Kinsey, da Chaplin a questo John Nash, tutti omologati sotto l’etichetta “genio incompreso” (mi viene in mente quella battuta di non so chi: la sorte peggiore che possa capitare a un genio è quella di essere compreso). Anche gli elementi più bizzarri (che in questo caso, trattandosi di un matematico con problemi psichici premiato con il Nobel, non mancano) vengono resi in modo tale da farli sembrare quasi normali. Nel tentativo di interessare lo spettatore, il film si concentra appunto sulla storia privata del protagonista e trascura la parte relativa ai suoi studi (della teoria dei giochi, per come viene spiegata, si capisce poco); alla fine ci si accorge che i personaggi più credibili e simpatici, paradossalmente, sono quelli immaginari.
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se volevi un documentario credo sbagli posto....nei film troverai anche l'intrattenimento altrimenti diventerebbe, appunto, documentario e non film
Non mi sembra che il punto sia l'aderenza o meno ai fatti: se una biografia è romanzata bene, posso anche apprezzarla. Nella recensione lamentavo invece la standardizzazione dei biopic hollywoodiani, che appiattisce tutti i protagonisti in un'unica tipologia e che fa sembrare normali anche i tipi più strani.
insomma...normale?!! Parlava da solo e poteva essere pericoloso...poi ovvio che aveva anche giornate in cui lui era normale.....e cmq anche nella normalità era un tipo particolare rispetto agli altri,, e cmq certe malattie ti rendono anormale nel momento in cui agiscono ma dopo sei normale, solo molto stanco, poi ti riprendi anche tornando completamente normale...va beh, chi ha studiato saprà cos'è la schizzofrenia e che è piu o meno grave da persona a persona. Posso garantire che questa gente è normale quando la malattia non li assale.
Questa è una cosa che succede spesso nei film biografici, specialmente di questo tipo: ci si concentra molto sulla vita privata e personale piuttosto che sul genio e sugli studi
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