Regia di Léa Todorov vedi scheda film
Parigi, 1900. Temendo che la figlia disabile le possa rovinare la reputazione, la bella e aristocratica Lili d'Alengy (Bekhti), cacciatrice di dote, si reca a Roma, per affidare la ragazzina all'istituto dove Maria Montessori (Trinca), con il collega e amante Giuseppe Montesano (Esposito), sta sperimentando nuovi metodi pedagogici. Quella che sarebbe diventata la più celebre pedagogista del Novecento ha però avuto un figlio fuori dal matrimonio, che Montesano si rifiuta di riconoscere.
Maria Montessori quando non era ancora Maria Montessori. La regista francese Léa Todorov sceglie una prospettiva insolita per il suo biopic: quella del gioco di specchi tra due donne con desideri opposti rispetto ai relativi figli, una sorellanza che fa da prisma ai pacati umori da cinema femminista militante che si legge tra le righe dell'opera. Ed è questo l'elemento che sembra funzionare meglio in un film per altri versi decisamente schematico e didascalico, alla continua ricerca dell'emozione posticcia attraverso un gioco ricattatorio nei confronti dello spettatore, un meccanismo imperniato sui corpi e i volti di tanti bambini disabili. Tra i quali, peraltro, è stata arruolata anche la figlia della regista, a rivelare l'essenza di un'opera non scevra da riferimenti autobiografici.
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