Regia di David Lynch vedi scheda film
"Il Mulholland Drive passa in cresta alle colline, da Santa Monica a Malibù, ed è una strada piena di misteri, di storie strane, di crimini e di amori. E io adoro il mistero. E' dappertutto. Noi siamo come detective che cercano di trovare le conclusioni" (David Lynch)
.. Ma David Lynch nel film non cerca conclusioni (nè tantomeno offre soluzioni): propone misteri ora inquietanti, ora comici ora strampalati... offre insomma allo spettatore arguto, "semplicemente" due ore e mezzo di una vertigine che forse ha un senso....(o forse non lo ha affatto) ma che è talmente vorticosa da trascinarlo dentro facendogli trattenere il respiro fino in fondo... senza dargli alcuna tregua o fornirgli appigli che gli consentano di ritornare alla razionale concezione delle cose....
Concepito (e girato) inizialmente (era il 1999) come episodio pilota di una serie televisiva da realizzarsi più o meno sulla scia (riproponendone anche lo stile) di Twin Peaks, Mulhollan Drive ha avuto inizialmente un esito davvero molto sfortunato. Infatti, nonostante che fosse stato realizzato su commissione esplicita del canale ABC, il film non venne mai trasmesso a causa del suo stile narrativo ritenuto troppo ardito e di conseguenza "non adeguato" (o peggio ancora "poco ortodosso") per gli standard televisivi.
Rischiò quindi davvero di finire nella pattumiera se non fosse intervenuta a sua difesa qualche mese dopo quella discutibilissima decisione, la più lungimirante rete Studio Canal (che epr inciso aveva nel frattempo anche prodotto Una storia vera). Studio Canal dunque ne rileverà i diritti (insieme a Alain Sarde) e proporrà al regista, raddoppiando il budget, di farne una versione cinematografica.
Così, nel giro di poche settimane Mulholland Drive si trasforma da scarto di magazzino in un lungometraggio straordinario che avrebbe racchiuso il meglio del regista, un film amato sia dal pibblico che dalla critica che non raggiungerà incassi stratosferici, ma che si aggiudicherà molti premi e riconsocimenti internazionali, a partire dalla Palma d'oro a Cannes , diventando a poeno titolo un "cult".
La storia? difficile definirne un tracciato certo. Diciamo che è incentrata su due splendide ragazze (la bionda Naomy Watts e la mora Laura Elena Harring) che si amano, si odiano e (forse) moriranno.... Ma non ha senso soffermarsi su una trama che è tutt'altro che lineare.. diciamo allora che è quasi una passeggiata onirica nel sogno, magnificamente resa dalla suggestiva (inquietante) fotografia di Peter Deming) oppure una seduta psicoanalitica contorta e affascinante che utilizza il sogno come soglia semiaperta tra l'insondabilità dell'inconscio profondo e la "consapevolezza" dove la tavolozza dei colori utilizzati da Lynch con i suoi blu, i suoi gialli, i suoi marroni, persino le sue velature (reminiscenze allusive in sintonia proprio con la psicoanalisi) evoca stranamente il barocchismo ermetico di un Salvator Dalì, (...) il culto per la mostruosità delle forme mostruose ma riconoscibil.. (Lebovici).
Un labirinto angoscioso e sensuale, insomma intriso di morte e di pulsione isterica, terribile nei suoi rigurgiti di violenza fredda, governato da una regia che usa le carrellate per creare suspense e mistero (il Morandini).
P.s.: La recente ristampa in Blu Ray, fra i tanti interessanti extra offre anche un documentario di Studio Canal (Ritornando su Mulholland Drive) che mette in immagini le possibili interpretazioni del film, focalizzando l'attenzione su alcuni indizi forniti dallos tesso regista proprio in questa particolarissima occasione.
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