Regia di David Lynch vedi scheda film
AL CINEMA
"Lei mi rivedrà soltanto un'altra volta se farà il bravo, lei mi rivedrà altre due volte, se farà il cattivo."
Una limousine percorre placidamente la strada tortuosa che, attraverso Mulholland Drive, conduce verso le brulle alture hollywoodiane. Una donna bellissima ed elegante (una Laura Elena Harring che non ha nulla da invidiare alla Rita Hayworth che le appare dinanzi in un poster ad inizio film) sta per essere freddata dall'autista killer, quando un incidente travolge tutto rendendola l'unica superstite di quel grumo di ferraglia e corpi inanimati.
Trovato furtivamente rifugio presso una villetta a schiera, la donna, in completo stato di amnesia, viene in contatto con una giovane aspirante attrice (la apparentemente angelica, sognante ed ingenua Naomi Watts, davvero strepitosa) giunta in loco poco dopo ed ospitata dalla zia, attrice impegnata in un set.
Tra le due nasce una collaborazione che si trasforma in amicizia e poi in passione sessuale, che le spinge a mettersi alla ricerca del complotto di cui risulta vittima la mora Camilla, trovandosi la bionda Betty invischiata personalmente ben più che in modo occasionale, sino alla scoperta di un cadavere di donna dalla sinistra fisionomia.
In contemporanea seguiamo le vicissitudini di un regista (Justin Theroux) costretto da alcuni mafiosi a scegliere per protagonista del suo film un'attrice sconosciuta, pena vedersi distrutta la propria situazione familiare, e di un balordo che insegue un locale sognato il giorno prima, scoprendoci anche nel mondo reale la presenza di un demone nero nascosto oltre un muro esterno.
La storia raccontata fino a quel momento parrebbe, se non plausibile, quantomeno percepibile nel suo fosco intrigo, se non intervenisse una scatola azzurra che, aperta con la chiave che Camilla custodisce tra i suoi oggetti personali, non causi un brusco risveglio su una realtà non meno inquietante, in cui il dramma della gelosia (che vede coinvolto il medesimo regista) e l'invidia legata ad un mondo del cinema spietato e senza remore, conduce ad un gesto definitivo e cruento la stessa bionda protagonista, come del resto il sogno premonitore ha di fatto anticipato.
La vicenda è decisamente più complessa, scientemente fumosa e delirante, con i suoi mille personaggi barocchi, kitch e sopra le righe, coinvolti anche solo di striscio a formare un girone infernale da incubo, e tutti tasselli utili ed indispensabili a rendere l'intrigo ancora più sfuggente e impenetrabile.
Come d'abitudine Lynch si barrica dietro uno o più volti puliti e freschi per sviscerare e rendere palpabile, poco per volta, la corruzione che si cela dietro e ne trae profitto e lunga vita, ostentando apparenze immacolate ed insospettabili: Velluto blu ce lo aveva insegnato in modo magistrale ed unico già nel 1986.
Dire che Mullholland Drive costituisce il vertice di una carriera senza precedenti non è nemmeno troppo vero, non trovando nulla di meno nei film-capolavoro che hanno preceduto e seguito (Strade perdute e INLAND EMPIRE) questo meraviglioso gioiello di mistero e malvagità.
L'impossibilità di decifrare con esattezza le sfaccettature anche importanti di una storia che si sviluppa tra incubo e una realtà forse ancora più inquietante e letale, è il lavoro che rende Lynch l'autore d'eccellenza ed assoluto degli ultimi vent'anni del '900, e, per ora, dei primi venti del nuovo millennio.
"Silencio...
È tutto registrato.
È tutto un nastro.
È solo un'illusione."
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