Regia di Robert Connolly vedi scheda film
È il momento dei geni matematici, meglio se australiani: mentre “A Beautiful Mind” conquista 8 candidature agli Oscar (compresa quella per Russell Crowe nei panni del Nobel John Nash), dall’Australia arriva un thriller-pamphlet coprodotto dalla Fandango in cui un mostro dei computer sbanca una banca, scusate il bisticcio, utilizzando i frattali e la teoria del caos. David Wenham è Jim Doyle, il genio capace di predire le fluttuazioni del mercato azionario: la più potente (e cinica) banca di Melbourne lo assume al volo, non immaginando di allevare una serpe in seno. Come sempre in questi casi, l’aspetto teorico e speculativo del film rimane incomprensibile ai profani: chi aveva problemi anche con le tabelline non può dire se il copione è credibile o dà, qua e là, i numeri. Dovrebbe salvarci la tensione (riuscirà il nostro eroe a vendicare un torto subito, e a regalare giustizia e dignità ai dannati della finanza?), che però coglie nel segno solo a tratti. Resta il gusto di un film gelidamente anti-finanziario, in cui l’eroe afferma di odiare le banche (come dargli torto?) e un «Io so tutto. Sono come Dio, solo che mi vesto meglio» (come non odiarlo, appunto?).
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