Il detective Frank Conner (Andy Garcia), è devastato dalla circostanza che il suo adorato figlio è gravemente malato di leucemia, e per salvarsi ha bisogno di un donatore compatibile con estrema urgenza. Il caso vuole che, come unica persona al momento reperibile, finisca per risultare coerente un pericolosissimo omicida seriale destinato alla sedia elettrica in quanto recidivo ed incurabile.
Si tratta del terribile assassino Peter McCabe (Michael Keaton), che dopo molte reticenze, accetta di offrire il suo contributo, come unico appiglio per non finire "ai ferri": evaderà prima di offrire il suo contributo, rendendo frenetica ed ossessiva la ricerca da parte dell'agente, che non solo si trova impegnato a restituire alla giustizia un assassino, ma anche tentare di recuperare l'unico individuo che può tentare di risolvere il dilemma che attanaglia e compromette la vita del figlioletto.
Barbet Schroeder, che persegue lungo tutti i '90, dopo l'ottimo riscontro di critica registrato con Il mistero Von Bulow, una carriera di cineasta su commissione, impegnato all'insegna di un cinema di puro intrattenimento e dirigendo un thriller dietro l'altro spesso forieri di un buon successo di cassetta, si impegna in questa occasione a confezionare un thriller spettacolare di gran ritmo, che se da un lato risulta altamente deficitario della minima credibilità - considerato soprattutto l'assurdità di base del contesto - dall'altro convince, almeno accettando il compromesso di accontentarsi senza insistere in pretese fuori luogo, in termini di puro svago da film-senza-pensieri.
Keaton-méchant in una parte da cattivissimo per principio, così sopra le righe da apparire parodistico, risulta in fondo divertente, e il candido Garcia, nella sua lotta impari tra bene che rappresenta e male per cui si batte, impersona il lato positivo della medaglia nello stile più convenzionale e prevedibile del caso.
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