Regia di Léa Domenach vedi scheda film
La scorsa settimana ho accompagnato mia madre a scegliere un abito da indossare ad una cerimonia. Caduta la sua attenzione su una giacchina color lilla l’ho canzonata un po’ dicendo che stava per scegliere un capo in stile Doris Day. Qualche giorno più tardi ho visto al cinema “Bernadette” di Léa Domenach, ed i tailleurs “vintage” indossati da Catherine Deneuve mi hanno ricordato il capo d’abbigliamento acquistato da mia mamma, un capo “old style” ma non così vecchio da scomodare la fidanzata d’America.
I completi indossati dall’attrice francese per interpretare Bernadette Chirac erano, infatti, quelli che Karl Lagerfeld confezionava a fine anni ’70 e ad essi Madame Chirac fu tanto fedele da risultare, agli occhi dell’Eliseo, antiquata e demodé.
Quando il marito Jacques divenne presidente di Francia la povera Bernadette era solo una vecchia cornuta che aveva sacrificato la propria dignità a favore del marito farfallone. Un sacrificio che le consentì di essere la First Lady di Francia per dodici anni consecutivi ma appariva, soprattutto alle donne degli anni '90, troppo oneroso e "vecchio stile" come i suoi abiti.
Lagerfeld, nuovamente a suo fianco, ricevette il compito di trasformare Bernadette con un completo in jeans (giacca e pantalone) orlato di pelliccia. Un grande cambiamento, senza dubbio, che aveva lo scopo di renderla vicina alle donne e utile alla causa del partito. Madame Chirac stava, insomma, cambiando pelle non potendo cambiare il marito...
“La moglie del presidente” ruota intorno alla figura di Bernadette Chirac e racconta la sua trasformazione da compagna defilata ad elemento di spicco delle campagne elettorali della destra francese. Durante la presidenza del marito, Bernadette Chirac diventò, infatti, sempre più popolare e, agli occhi dei francesi, divenne la più amata tra le Première dame di Francia.
I toni leggeri, spesso beffardi, della scrittura si adattano perfettamente al temperamento scomodo e tagliente della signora Chirac e alla sua capacità di leggere i tempi.
Pur essendo liberamente ispirato alla "vita di corte" durante gli anni della presidenza Chirac, e pur essendo arricchito da elementi romanzati, il film racconta la trasformazione politica di Bernadette Chirac per raccontare il cambiamento del ruolo delle donne nel medesimo ambito.
Magnifico Michel Vuillermoz nei panni di un inebetito Jacques Chirac, svuotato di competenze professionali e abilità, incapace di prevedere i cambiamenti della politica, ritratto, infine, nella vacua ambizione conferitagli dal ruolo di presidente. Catherine Deneuve, a contrario, dà vita ad un personaggio coriaceo e indomito, caricato, per eccesso, di poteri sibillini e arguzia politica che invece sembra mancare al marito.
Senza mai prendersi troppo sul serio Léa Domenach confeziona un Karl Lagerfeld moderno, un pret-à-porter comodo e duttile in cui la praticità del maschile si unisce alla civetteria del femminile. Un film, insomma, che pescando nel pubblico e nel privato rende giustizia ad una donna che ebbe il suo peso nell’ascesa politica del proprio compagno pur vivendo per gran parte del tempo nell'ombra.
"La moglie del Presidente" è spassoso e divertente, nient'affatto encomiastico e libero di punzecchiare il potere e le ideologie che lo condizionano. Seguendo, infine, la muta del brutto anatroccolo racconta un'epoca ed una politica godereccia, chiacchierona e machiavellica in cui gli italiani si potranno facilmente ritrovare. Divertente l'uso del confessionale e quello del coro che puntella la narrazione con giocosi tocchi di ironia.
Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara
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