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Palmetto

Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film

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La recensione su Palmetto

di ino
6 stelle

Noir moderno sudaticcio e pruriginoso. La sceneggiatura non è originalissima, il regista non ha il coraggio di portare l’amoralità di fondo alle estreme conseguenze e il finale si chiude all’insegna del politically correct, resta una sensazione di già visto, ma alcuni interpreti sono azzeccati e si può cadere in alcuni dei colpi di scena. Non imperdibile ma comunque godibile.Chloe Sevigny è bravissima come sempre. Forse il personaggio più riuscito del film. Lei giovane musa del cinema indipendente qui (come spesso le accade) si misura con un personaggio negativo: la sciocca e arrapata Odette Melrue. Nei panni di questa sorta di piccante lolita, Chloe è provocante e morbosamente sexy con quel suo viso particolarissimo e il corpo da pin-up e si conferma come uno dei più interessanti volti nuovi del cinema americano.

Sulla trama

L’idea è quella del protagonista sconclusionato e maldestro, abilissimo solo nel cacciarsi in situazioni più grandi di lui da cui non riesce più a uscire. L’ex-giornalista Harry Bourbon accetta di partecipare al finto rapimento della figlia di un riccone, architettato dalla seducente seconda moglie di lui, ma poi viene chiamato a fare l’addetto stampa del procuratore distrettuale che indaga sul caso. Ovviamente non andrà tutto liscio e non tutti sono quel che sembrano.

Su Gina Gershon

Gina Gershon, vale lo stesso discorso fatto per la Shue, la sua è un’interpretazione che non si ricorda.

Su Elisabeth Shue

Elizabeth Shue nei panni della dark-lady alla Lana Turner non eccelle. Il personaggio della signora Melrue è stereotipato ma la Shue non ha carisma. L’idea di invertire i ruoli rispetto al solito tra la Shue e la Gershon assegnando alla prima il ruolo della sensuale femme fatale e alla seconda quello della donna qualunque è interessante ma non paga. Meglio vederle entrambe nei personaggi a cui sono più abituate.

Su Woody Harrelson

Woody Harrelson è bravo e credibile nel ruolo del pollo di turno, concupito da madre e figliastra finisce in una spirale di guai sempre più vorticosa.

Su Volker Schlöndorff

Il regista esegue con sottile vena ironica e senza strafare confezionando un buon prodotto.

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